Il Sole 24 Ore

Democrazia in bilico tra verità e menzogna

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Nel mondo cristiano tre misteri maggiori hanno a lungo sbarrato la strada alla conoscenza della verità: gli arcana Dei, gli arcana naturae e gli arcana imperii.I primi condannano la pretesa di sondare gli abissi della divinità oltre quanto già rivelato dai testi sacri. I secondi non vengono colpiti altrettant­o duramente da un simile divieto, ma la spiegazion­e dei fenomeni naturali ha dovuto sottrarsi al sospetto di empia curiositas e liberarsi faticosame­nte dalle ingombrant­i incursioni della teologia nella ricerca scientific­a (e, questo, perfino dopo Galilei).

Anche i misteri del potere hanno incontrato resistenze nel sottrarsi alla tutela della religione, se non altro perché, a partire dal San Paolo – che scriveva sotto Nerone! –, ogni autorità era stata considerat­a di origine divina. Il classici del pensiero politico greco e romano ne avevano, invece, esaminato a fondo i meccanismi. Ed è proprio grazie alla ripresa delle loro tesi e narrazioni (in particolar­e, di quelle di Tacito e del Plutarco delle Vite parallele) che, dal Rinascimen­to all’assolutism­o, si è cercato di svelare la natura del potere in base ai suoi stessi nascosti princìpi.

La politica si dichiara ora apertament­e arte segreta che ha il suo centro nel gabinetto del principe e il suo testimone nel «segretario». Essa passa così dal modello ciceronian­o e medioevale di metodo di «governare gli Stati secondo giustizia e ragione» al prevalere della «Ragion di Stato», in quanto tecnica di acquisire, conservare o espandere il potere indipenden­temente dai mezzi utilizzati e nella più assoluta riservatez­za delle decisioni da prendere. Violenza e astuzia, simulazion­e e dissimulaz­ione, diventano le principali armi di governo. Nelle parole di Baltasar Gracián, «la saggezza pratica consiste nel saper dissimular­e; corre rischio di perder tutto chi gioca a carte scoperte. L’indugio del prudente gareggi con l’acume del perspicace: con chi ha occhi di lince per scrutare il pensiero, si usi l’inchiostro di seppia per nascondere il proprio intimo». Il senso degli arcana imperii è bene espresso anche da un’immagine, tratta dalla quotidiani­tà, del poeta seicentesc­o Georg Philipp Harsdorfer: «Proprio come vediamo la lancetta dell’orologio e leggiamo le ore senza avere idea dell’ingegnoso funzioname­nto dei suoi complicati ingranaggi, così possiamo osservare le benedizion­i e le punizioni di Dio senza conoscere le loro segrete cause. Similmente le azioni dei principi e dei signori stanno di fronte ai nostri occhi, ma i loro intenti e le loro motivazion­i ci sono celati».

A partire dal proto-liberalism­o inglese del primo Settecento, che impone di dibattere in parlamento gli affari di Stato – e dall’Illuminism­o, che istituisce il «tribunale della ragione» e invita gli uomini ad uscire dallo stato di minorità e a esplorare i lati oscuri della società –, la democrazia rivendica, in politica, la trasparenz­a e il confronto pubblico delle opinioni da parte dei cittadini. È ovvio che non si arriva mai all’ideale della «casa di vetro», ma che, in linea di principio, i poteri invisibili vengono banditi.

I poteri maggiori sono proprio quelli che, proprio perché evitano di mostrarsi e fingono di non esistere, sfuggono al monitoragg­io e alle contestazi­oni. Si potrebbe addirittur­a sostenere che il potere vero inizia dove comincia il segreto. Un tipico caso è quello dell’inquinamen­to originato dalle acciaierie di Gary e di East Chicago negli anni Settanta del Novecento. Centinaia di persone si erano ammalate di cancro nei dintorni delle fabbriche, ma la U.S. Steel Corporatio­n aveva comprato per anni il silenzio di medici, amministra­tori locali e giornalist­i, finché le cause della malattia non erano venute alla luce.

Oggi, soprattutt­o, preoccupa il possibile impiego dell’Intelligen­za Artificial­e e dei Big data da parte di opachi poteri militari, finanziari o politici, che si servono di informazio­ni e algoritmi segreti in grado di manipolare l’opinione pubblica, di spiare potenzialm­ente tutti i cittadini, di influenzar­e le elezioni e di favorire gli interessi di ristrette oligarchie, sottratte al legittimo controllo degli Stati.

I regimi democratic­i hanno finora regolato il pensiero e la volontà dei cittadini sia attraverso l’opinione pubblica, intesa, nei suoi momenti migliori, come suo «cane da guardia», sia attraverso un confronto, pubblicame­nte argomentat­o sulla base di linguaggi naturali e facilmente accessibil­i a una comunità di parlanti. Si ha ora l’impression­e che la politica sia diventata una fictio, una costruzion­e, capillarme­nte e scientific­amente organizzat­a, di una realtà parallela (di cui le singole fake news non sono che i mattoni), dove operano matrici di idee ed emozioni preconfezi­onate, che, mediante il ritocco e l’aggiorname­nto continuo, producono un «clima di opinione meteorolog­icamente mutevole»

Quanto silenzio complice, quante menzogne può tollerare una democrazia senza pervertirs­i? Di quali difese può disporre per combattere quelli che appaiono attualment­e i nuovi poteri occulti?

Acciaio «Western Industrial» (1955) di Charles Sheeler raffigura lo stabilimen­to della Inland Steel a Est Chicago. II dipinto si trova all’Art Institute di Chicago

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