Salvini frena sui giudici: «Niente golpe contro di me»
«Dal calo degli sbarchi 1,5 miliardi di risparmi con cui assumeremo poliziotti»
«Non c’è nessun golpe giudiziario, ci sono delle inchieste e io spero che facciano bene e in fretta»: all’indomani del durissimo attacco contro i giudici che a Palermo lo hanno indagato per sequestro aggravato, Matteo Salvini smorza i toni. Lo fa dopo il pressing notturno del suo alleato (anche se Lega e M5s smentiscono che tra i due ci sia stato un incontro) preoccupato per l’escalation e le ricadute sul governo. «L’ho detto a Salvini che non deve attaccare i magistrati perché sono gli stessi che arrestano i corrotti, i mafiosi e gli scafisti» conferma il leader dei 5 Stelle Luigi Di Maio. Ma a raffreddare il clima non è tanto la preoccupazione espressa dal suo alleato. Salvini ancora una volta usa la strategia dell’elastico. Prima lo tende paventando un complotto dei giudici e po l’indomani lo allenta assicurando di non voler mettere in discussione il ruolo dei magistrati e che qualora «fosse accertata una mia responsabilità sono pronto a risponderne». Lo dice arrivando a Cernobbio per partecipare alla 44 esima edizione del Forum Ambrosetti e presentare la politica dell’immigrazione del governo. Parole che erano attese da Di Maio e dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che poco dopo, intervistato su Sky, esprime la sua soddisfazione per le precisazioni del suo collega di Governo. Lo stesso farà anche il vicepresidente del Csm Legnini.
Salvini sorride, si dice «sereno» anzi felice per l’imminente nascita del suo nipotino che avverrà di lì a breve. Telecamere e microfoni lo circondano e il leader della Lega non respinge le domande. A chi gli ricorda il monito del guardasigilli pentastellato Alfonso Bonafede a non tornare ai tempi dei governi Berlusconi, il leader della Lega risponde stentoreo: «Prima i ministri venivano indagati perché sospettati di aver rubato, io sono indagato per aver rispettato quanto promesso agli elettori sul controllo dell’immigrazione». Poi rapidamente si avvia nella sala dove lo attende la platea di imprenditori ed economisti provenienti da tutto il mondo. Non è la prima volta di Salvini al forum. «Lo scorso anno vi avevo anticipato che sarei tornato come rappresentante del governo...», ricorda con evidente soddisfazione. Il vicepremier sa che le sue parole saranno pesate. «Quelli che si dicono paladini dell’Europa la stanno distruggendo, se vogliamo davvero salvarla bisogna cambiare». Salvini snocciola dati: «La Ue per l’Africa ha previsto investimenti per 3,5 miliardi, la Cina ne ha annunciati 60 che si sommano agli altri 60 già investiti». Una disparità che inevitabilmente si riflette sui rapporti con il continente africano e che - avverte - l’Italia non accetta. «Se non ci pensa l’Europa lo faremo noi e stiamo già lavorando con aziende pubbliche e private». Gli investimenti in Africa sono decisivi per evitare un aumento dell’immigrazione così come la soluzione della vertenza libica. «Io dialogo con tutti ma con i francesi è difficile» conferma accusando i transalpini di gettare «benzina sul fuoco» per favorire i loro interessi e avvertendo che «noi non staremo a guardare». La partita energetica è troppo importante e vale anche per le scelte sul territorio italiano. Salvini non cita il Tap, ma il riferimento è evidente quando attacca chi pensa alla “decrescita felice” ovvero a quella parte del M5s schierata contro la realizzazione del gasdotto. «Noi faremo una manovra per la crescita nel rispetto dei vincoli esterni» assicura ma ricordando allo stesso tempo che le politiche di austerity hanno portato a un aumento e non alla discesa del debito. Il ministro poi rivendica i risultati sul freno agli sbarchi grazie ai quali «risparmieremo 1,5 miliardi da usare per assumere 10mila uomini delle forze dell’ordine». Salvini saluta: «Ci vediamo il prossimo anno in questo stesso ruolo. Non mi interessa andare ora all’incasso, anche se nei sondaggi la Lega è il primo partito».