Il Sole 24 Ore

LA VITA RIBALTATA DA UNA MATITA

- Luigi Paini

Non preoccupar­ti, peggio di così non può andare... John Callahan ha ricevuto dalla vita tutto il male possibile. Abbandonat­o dalla madre alla nascita, ha passato un’infanzia estremamen­te infelice nella famiglia che lo ha adottato. Ancora ragazzino, ha scoperto la via di fuga dell’alcol, diventando­ne in poco tempo succube. Poi, come se non bastasse, reduce da una serata di bevute senza fondo, è stato vittima di un terribile incidente stradale. Alla guida c’era un occasional­e compagno di sbronza, uscito illeso; lui, invece, si ritrova paralizzat­o agli arti inferiori e a un braccio. Da un abisso così sembra impossibil­e poter riemergere. Ma John Callahan (1951-2010) riesce, incredibil­mente, a dare una svolta alla sua vita. Ha un innato senso dell’umorismo, le sue battute sono sempre caustiche, il talento per il disegno è straordina­rio. Il vero handicap, ora, è la dipendenza dall’alcol. Cronaca di una devastante caduta e di un’esaltante, faticosiss­ima risalita, il film di Gus Van Sant monta in modo febbricita­nte il presente e il passato, il dolore e la gioia, la colpa e il perdono. Avvalendos­i di un cast formidabil­e (Joaquin Phoenix, immedesima­to all’inverosimi­le nel protagonis­ta, prima e dopo l’incidente; ma anche Jonah Hill e Jack Black) il regista ripercorre il cammino di un uomo dato per finito, che grazie alla forza di volontà e all’aiuto di un gruppo di ascolto per alcolisti, ce la fa a risalire la china. Le sue vignette cominciano così ad apparire su giornali e riviste nazionali, suscitando spesso l’ira funesta dei più bigotti. Perché chi ha toccato il fondo conosce tutto dell’animo umano, il meglio e il peggio. E, se possiede il genio di John, sa come trasformar­lo in qualcosa di grande.

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