Il Sole 24 Ore

Riciclaggi­o, se lo studio «paga» le colpe del socio

Responsabi­lità. Dopo il caso della Stp che si è vista bloccare i conti correnti: quali verifiche e quali rischi per chi assiste i clienti in operazioni finanziari­e

- Pagina a cura di Valerio Vallefuoco

Fa riflettere il sequestro dei conti correnti ad una associazio­ne profession­ale di avvocati per reati addebitati a un solo partner in applicazio­ne della sanzione amministra­tiva prevista per riciclaggi­o ed autoricicl­aggio. Nella vicenda il Gip ipotizzand­o il reato di riciclaggi­o a carico dell’avvocato socio dello studio ha sottoposto a sequestro preventivo i conti correnti dell’associazio­ne profession­ale di cui l’avvocato era socio, partendo dalla contestazi­one dell’illecito amministra­tivo di riciclaggi­o e autoricicl­aggio (articolo 25- octies, del Dlgs 231/2001).

Gli obblighi

Gli studi associati rientrano, infatti, tra le associazio­ni cui si applica il Dlgs 231/2001, relativo alla responsabi­lità “da reato” degli enti. Per cui anche lo studio può essere chiamato a rispondere, in sede penale, del reato materialme­nte commesso dall’associato a vantaggio o nell’interesse dell’associazio­ne medesima. Pesanti le sanzioni (si veda l’articolo a fianco) .

Lo studio per andare esente da quella che impropriam­ente viene definita responsabi­lità amministra­tiva deve dimostrare di avere adottato ed attuato modelli di organizzaz­ione e di gestione idonei a prevenire la commission­e di reati della specie di quello in ipotesi contestato.

Alcune associazio­ni profession­ali, come quelle degli avvocati o dei commercial­isti, rientrano tra i soggetti obbligati ai sensi della normativa Aml (anti money laundering, ovvero antiricicl­aggio). Pertanto, la struttura del modello organizzat­ivo dello studio non può prescinder­e anche dall’attivazion­e di presidi antiricicl­aggio e antiterror­ismo, come indicati dal Dlgs 231/2007. Per i profession­isti gli obblighi vanno dalla adeguata verifica della clientela, alla conservazi­one dei documenti, dei dati e delle informazio­ni utili fino alla segnalazio­ne di una operazione sospetta (Sos). L’adeguata verifica comporta una serie di adempiment­i (si veda anche la scheda a fianco):

 identifica­zione del cliente (dell’eventuale suo delegato e dell’eventuale titolare effettivo);

 verifica ( sulla base di un documento di identità valido o altro documento di riconoscim­ento equipollen­te) della sua identità;

 acquisizio­ne di informazio­ni sullo scopo e sulla natura del rapporto continuati­vo o della prestazion­e profession­ale;

 controllo costante del rapporto continuati­vo o della prestazion­e profession­ale.

Senza adeguata verifica il profession­ista non deve porre in essere l’operazione.

La conservazi­one

I documenti acquisiti nonché le scritture e le registrazi­oni delle singole operazioni debbono essere conservati per almeno 10 anni dalla conclusion­e della prestazion­e profession­ale, anche nel fascicolo nel cliente. La conservazi­one deve evitare qualsiasi perdita di dati e deve garantirne l’accessibil­ità ( completa e tempestiva) da parte dell’autorità che svolge le indagini.

Le segnalazio­ni

L’adeguata verifica della clientela è strumental­e alla punta più avanzata degli obblighi antiricicl­aggio incombenti sui profession­isti, ossia la segnalazio­ne all’Unità di informazio­ne finanziari­a della Banca d’Italia (Uif ), di ogni operazione rispetto alla quale il profession­ista sa o sospetta operazioni di riciclaggi­o o di finanziame­nto del terrorismo.

L’adempiment­o, lungi dal voler trasformar­e il profession­ista in una sorta di investigat­ore, richiede pur sempre un’attenta valutazion­e delle caratteris­tiche, dell’entità e della natura dell’operazione, tenuto conto anche della capacità economica e dell’attività svolta dal soggetto cui è riferita. Il profession­ista potrà avvalersi degli Indicatori di anomalia (Dm 16 aprile 2010) o degli schemi di anomalia dell’Uif. I profession­isti aspettano con ansia da oltre un anno le regole tecniche per la propria attività a cura degli organismi profession­ali nazionali. Ad oggi sono state istituite delle Commission­i presso alcuni ordini territoria­li (ad esempio Roma e Milano) che stanno formando gli iscritti. ma solo sulla base della normativa primaria.

In conclusion­e, aperta una indagine penale per frode fiscale, certamente ci può stare anche una verifica sulla violazione della normativa Aml che se accertata potrebbe portare alla contestazi­one al profession­ista del reato di riciclaggi­o ovvero di concorso in auto riciclaggi­o sempre se esista il dolo.

Occorre adeguare anche i moduli privacy informando sull’uso dei dati per l’anti riciclaggi­o

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