Piazza Affari al top in Europa (+2,3%) Spread in forte calo
Le rassicurazioni del Governo sul deficit portano il differenziale sotto 250 pb Il listino azionario trascinato soprattutto dal comparto bancario I titoli del credito hanno recuperato il 4,2% in una seduta, Banca Mps +8,2%
Le rassicurazioni del governo sulla manovra e sul rispetto dei vincoli europei in materia di conti pubblici hanno ottenuto gli effetti sperati e ieri, alla riapertura dei mercati, il trend iniziato già la settimana scorsa ha trovato ulteriore conferma nel sesto calo consecutivo dello spread tra Bund e BTp e in uno sprint della Borsa, guidato dalle banche e dai titoli finanziari penalizzati nelle scorse settimana proprio dall’aumento del differenziale con il titolo tedesco. Piazza Affari ha recuperato il 2,3%, grazie soprattutto al comparto del credito che è risalito in media del 4,2%, con un picco di oltre l’8% per Banca Mps, controllata dal Tesoro e particolarmente esposta sui titoli di Stato. Dunque, la tempesta di agosto, fomentata dalle parole dei ministri sull’aumento del deficit (che aveva portato lo spread tra il BTp e il Bund a 10 anni da 230 alla soglia dei 300 punti base) forse può dirsi rientrata. Grazie sempre alle parole. Ora però tutto dipenderà dai «fatti» richiamati dal ministro dell’Economica, Tria, cioè dalle misure concrete in materia di politica economica, tenendo conto che lo spread è sceso rispetto ai massimi, ma è ancora ben al di sopra dei livelli di inizio maggio, quando viaggiava intorno a 180 punti base.
Nelle ultime 24 ore la tempesta di agosto (che aveva portato lo spread tra il BTp e il Bund a 10 anni sui massimi dal 2013, ovvero da 230 a 292 punti base) può dirsi rientrata. Il differenziale di rendimento tra i due titoli di Stato - preso dagli operatori come termometro per misurare i livelli di tensione sul debito italiano è arretrato da 248 a 233 (Reuters). Oppure da 264 a 250 (se la fonte è Bloomberg che utilizza il nuovo benchmark sui BTp). La sostanza non cambia: si tratta del sesto calo di fila che equivale a uno sgonfiamento di 60 punti base. Non siamo ancora ai livelli pre-governo (a inizio maggio lo spread era intorno a quota 180) ma è evidente che gli investitori sono tornati a comprare titoli italiani che, pur alle attuali condizioni migliorate, offrono comunque i rendimenti più attraenti dell’Eurozona (Grecia esclusa).
La nuova settimana finanziaria è iniziata bene per la carta italiana dopo che nel week end gli esponenti del governo hanno smussato i toni sul deficit da iscrivere nella prossima legge di bilancio, l’elemento in questo momento che preoccupa di più gli investitori. In particolare è stato il ministro dell’Economia Giovanni Tria a placare gli animi spiegando che lo spread migliorerà ulteriormente dopo l’approvazione della manovra finanziaria. I mercati hanno poi “preso nota” di un report di Morgan Stanley, decisamente ottimistico sul binomio BTp/Piazza Affari. Quanto al deficit la banca «ritiene che l'annuncio del 27 settembre (data prevista per l’aggiornamento del Def) probabilmente sarà intorno al 2,2% - si legge nel report -. Il cammino dovrebbe restare accidentato, ma pensiamo che il materializzarsi della nostra previsione arriverà probabilmente come un sollievo per i mercati».
L’istituto resta cauto sulla domanda strutturale di BTp nel lungo termine, ma con un possibile upside nel breve termine raccomanda
Il Ftse Banks è balzato ieri del 4,2%, portando a +9% la performance dell’ultima settimana
agli investitori di posizionarsi «con un long tattico sul BTp a 10 anni contro il Bono» spagnolo. Positivo il giudizio anche degli analisti di NatWest Markets secondo i quali, riporta Bloomberg, è tempo di considerare una posizione «aggressivamente lunga» sulle scadenze a 5 anni in quanto l’umore del mercato migliora.
Al coro delle valutazioni positive si è unita Mediobanca secondo cui lo spread scenderà fino a circa 220 punti base, anche se il valore corretto, quello espresso dai fondamentali dell’Italia, dovrebbe essere compreso tra 100 e 150 punti base. Come dire che il “costo della politica” ammonta a circa 70 punti base in più di spread.
Per quanto riguarda l’azionario italiano, Morgan Stanley pensa che un alto grado di incertezza sia già incorporato nei prezzi e l’assenza di ulteriori «cattive notizie» sarà sufficiente a guidare un rally «di sollievo» per le azioni e le banche. «L’azionario italiano appare troppo a buon mercato relativamente agli spread dei BTp e la nostra stima di base per quest’ultimo suggerisce un potenziale di PE re-rating del 12% dell’indice Msci Italia. Rimaniamo selettivi e preferiamo banche con base patrimoniale più forte e utili più resilienti».
Toni che hanno messo le ali ai titoli bancari quotati sul listino milanese. Il Ftse Ita Banks è balzato ieri del 4,2% portando a +9% il rimbalzo dell’ultima settimana. Forti acquisti anche sulle utility (+3,2%) che hanno spinto l’indice generale a chiudere a +2,3%, segnando nettamente la migliore performance in Europa (Eurostoxx +0,48%). Da inizio anno però Piazza Affari resta in passivo (-4,28%). Siamo ancora lontani dai massimi di periodo toccati il 7 maggio quando sull’agenda degli investitori il tema del deficit, così come quello di una maggioranza di governo Lega-M5s, non erano contemplati. In quel momento il listino italiano poteva fregiarsi del titolo di migliore Borsa al mondo da inizio anno con un apprezzamento del 12,5%, allora perfino superiore a quello che oggi sfoggia il Nasdaq dei record.
á@vitolops