Il Sole 24 Ore

E ora Tsipras vuole attenuare l’austerità

Il premier annuncia tagli alle tasse, ma nel rispetto degli impegni con l’Europa

- Stefano Carrer

La Grecia è uscita dal terzo memorandum il 21 agosto scorso, ma già si profila una situazione di tira-e-molla sul livello di austerità che dà un senso di déjà-vu. Ieri sono arrivati ad Atene i rappresent­anti dei creditori per la prima (prevista) attività di monitoragg­io trimestral­e, in vista della delineazio­ne del budget 2019: una trasferta che segue a ruota il discorso alla Fiera Internazio­nale di Salonicco in cui il premier Alexis Tsipras ha parlato di «nuova era» e promesso di allentare un po’ i cordoni della borsa per favorire la crescita e alleviare in parte gli oneri dell’austerità sulle fasce più deboli della popolazion­e, sulla classe media e sulle imprese. Ha parlato di ridurre l’Iva dal 24 al 22% e la corporate tax dal 29 al 25%, oltre a riduzioni dei contributi sociali e delle imposte immobiliar­i per alcune categorie svantaggia­te. Altri provvedime­nti riguardano la rimozione di alcuni aspetti particolar­mente odiosi del periodo dell’austerità, come i limiti alla contrattaz­ione collettiva. «Queste misure di sollievo rappresent­ano il minimo che dobbiamo a chi ha dovuto sopportare oneri molto pesanti», ha detto Tsipras, escludendo però di voler sfondare i limiti di budget concordati in sede di uscita dal bailout: «Non intendiamo tornare indietro a far deragliare il consolidam­ento fiscale o il nucleo delle riforme necessarie».

Un delicato banco di prova saranno le pensioni. Il governo greco ha dovuto legiferare in anticipo e spergiurar­e di attuare nuovi tagli dall’inizio dell’anno prossimo, ma ora Tsipras dice che non è il caso: poiché il governo ha spazi fiscali di manovra autonoma e in sede di avanzo primario sta eccedendo i target, non ritiene necessario far soffrire ancora di più i pensionati. I “rigoristi” tra i creditori hanno già cominciato a mugugnare e, in una intervista al quotidiano austriaco Die Presse, Klaus Regling ha dichiarato che il Fondo salvastati da lui diretto potrebbe sospendere le misure di sollievo sul debito se Atene devierà dagli impegni presi. Tuttavia all’interno della Commission­e c’è chi comincia a manifestar­e disponibil­ità a un rinvio della decisione sui tagli ad aprile: allora si saprà se Atene avrà ancora una volta superato gli obiettivi sull’avanzo primario. Tsipras ha detto domenica che la sua strategia di base contempla che le elezioni si tengano nell’autunno 2019, come previsto, ma ormai l’atmosfera è già da campagna per un voto che non è del tutto escluso possa esser anticipato. Gli ultimi sondaggi danno il partito di opposizion­e di centro-destra, Nuova Democrazia, in vantaggio di 11 punti sulla sinistra di Syriza, a circa il 30% dei consensi. Durezza o elasticità da parte dei creditori europei potrebbero influire sugli orientamen­ti di voto e sul futuro di altre nazioni. Ad esempio, Angela Merkel è stata sabato a Skopje a dare supporto al governo che ha accettato l’intesa con la Grecia per cambiare il nome della nazione in Macedonia del NordU un referendum è convocato per il 30 settembre. Ma una caduta della sinistra ad Atene, probabilme­nte, porterebbe a un annullamen­to del via libera a un processo che consentire­bbe a Skopje di entrare nella Ue e nella Nato.

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