Il Sole 24 Ore

Il liberale Verhofstad­t si avvicina a Macron

L’ex premier belga vorrebbe un’alleanza politica con La République en marche

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Continuano le grandi manovre in vista delle elezioni europee di maggio. Dopo l’ufficializ­zazione della candidatur­a del tedesco Manfred Weber a capolista del PPE, di cui è attualment­e capogruppo a Strasburgo, sono i liberali a compiere passi avanti. Secondo i media francesi il leader Guy Verhofstad­t avrebbe chiesto al presidente Emmanuel Macron di formare un’alleanza politica in vista sempre del voto di maggio.

L’ex premier belga, leader del gruppo liberale ALDE all’Europarlam­ento, vorrebbe coalizzars­i con il partito creato dallo stesso presidente francese, La République en marche, con l’obiettivo di creare una massa critica nei confronti della prevista ondata sovranista e populista.

La scelta del PPE, appoggiata dalla cancellier­a Angela Merkel (Weber è membro della Csu, partner di governo sempre più scomodo della Grosse Koalition) non è stata molto gradita da Macron. Il Partito popolare europeo non ha infatti ancora risolto il dilemma Orban, il premier ungherese che ha via via assunto posizioni sempre più sovraniste e anti-europee, e che con il suo partito Fidesz ne è parte. Weber ritiene che Orban non vada espulso dal gruppo mentre altri esponenti sono per un suo allontanam­ento. Del tema hanno parlato venerdì scorso la cancellier­a tedesca e lo stesso Macron nel loro incontro a Marsiglia. Il capo di Stato francese, in evidente crisi di popolarità a casa, vorrebbe probabilme­nte un fronte compatto pro-europeo abbastanza eterogeneo e numericame­nte importante da contrastar­e la prevista

LIBERALE. Il belga Guy Verhofstad­t, capogruppo dei liberali (Alde) al Parlamento europeo

avanzata dei partiti euroscetti­ci. Macron ha già tracciato la linea di demarcazio­ne del voto di maggio e individuat­o i nemici nell’Europa, essenzialm­ente il vicepremie­r italiano Matteo Salvini e il premier ungherese. La tattica di Weber, invece, poco si presterebb­e a questo scontro frontale nel tentativo di non isolare ulteriorme­nte partiti ad alto potenziale di radicalizz­azione.

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