Debito 2018 giù solo di 0,1% Tria: tagli Irpef molto graduali
La riduzione del debito frenata da crescita, spread e mancate privatizzazioni «Con investimenti per 9 miliardi si dimezza gap Ue Spero si facciano Tav e Tap» Sulle pensioni la Lega rilancia «quota 100» ma abbassa a 62 anni il limite
Per la riduzione del peso del debito sul Pil si profila un altro rinvio. Il ministro dell’Economia Tria ha chiarito ieri che siamo ancora nella fase della «stabilizzazione» del debito, con una limatura «dello 0,1%» nel 2018. Novità non senza conseguenze nella costruzione di una manovra che deve avviare la riforma fiscale, le correzioni previdenziali e il reddito di cittadinanza. Quanto all’Irpef, «bisogna trovare gli spazi in modo molto graduale per una partenza di un primo accorpamento e una prima riduzione delle aliquote sui redditi familiari» ha aggiunto. Intanto la Lega rilancia quota 100 per le pensioni e vuole scendere al limite di 62 anni.
Per la riduzione vera e propria del peso del debito pubblico sul Pil si profila un altro rinvio. E a spiegarlo è il ministro dell’Economia Giovanni Tria.
ParlandoieriallaSummerSchooldi ConfartigianatoImprese,ilministroha chiaritochesiamoancoranellafasedella «stabilizzazione»deldebito,conunalimatura«dello0,1%».PerildatodefinitivobisognaaspettareidatiIstatallafine della prossima settimana e la NaDef in quella successiva, spiega lo stesso Tria. Malanovitànonèpiccola.Enonèsenza conseguenze nella costruzione di una manovracheperViaXX Settembredeve avviarelariformafiscaleconlariduzionediscaglionielivellidialiquota,lecorrezioniprevidenzialieilredditodicittadinanza includendo i 2,8 miliardi già stanziati per il reddito di inclusione.
Larevisionealribassodeinumeridi finanzapubblicaeraattesaprimadituttoperilrallentamentodellacrescita,che perquest’annosidovrebbeattestarealmeno un paio di decimali sotto l’1,5% previstoadaprile.Apesarecisonoperò anche i 5 miliardi di privatizzazioni messe in programma ma ancora una voltaconfinatealletabelledelDef,senza tradursiinrealtà.Sulpunto,nellamaggioranza si lavora a varie ipotesi che passanoanchedaCdp.Marispondendo aunadomandasulpossibileruolodella Cassa come «nuova Iri», Tria fissa un limite chiaro: «Non può essere certo una nuova Gepi» (la società pubblica creata nel 1971 per le partecipazioni di società in crisi), perché «deve agire da soggettoprivatoconuncalcoloeconomico». Anche perché altrimenti «rientrerebbenelsettorepubblico,eavremmo un salto sul debito a cui non voglio neanche pensare». Poche ore prima Tria e l’ad di Cassa Fabrizio Palermo si eranoincontratiallaFarnesinaaltavolo per l’internalizzazione, e Palermo ha sottolineato che il nuovo piano industrialepunteràapotenziareilsupporto all’export. «Abbiamo fatto molto - ha spiegato-eintendiamofaresignificativamente di più».
Nel cambiamento dei conti interviene poi l’aumento degli interessi in questi mesi cadenzati da cinque aste di Btp con rendimenti in salita fino al al 3,25% di fine agosto (ora siamo a 2,77%). Il loro peso crescerà però nel 2019: lo spread resta 100 punti sopra i livelli di primavera: un differenziale così, spalmato su tutta la curva, può costare altri due decimali di Pil.
Ma tutti i nuovi numeri avranno ricadute sulla costruzione della legge di bilancio, perché ad alimentare il nuovo livello di debito c’ è ovviamente un deficit più altoris petto all ’1,6% nominale e all’1% strutturale calcolato ad aprile. Proprio il deficit 2018 sarà il punto di partenza della legge di bilancio, che avrà prima di tutto l’obiettivo di un «leggero miglioramento» nel deficit, come sottolineato ieri dallo stesso Tria. Ma l’ innalzamento del livello 2018 aiuta solo apparentemente a rispettare questo obiettivo, anche perché rimane sospesa la correzione da 5 miliardi che la commissione si attendeva nel 2018, su cui il giudizio è sospeso fino alla primavera. I calcoli sul deficit strutturale andranno rifatti anche alla luce del nuovo output gap, con il meccanismo che riduce la correzione richiesta quando il tono dell’ economia peggiora. Mai conti italiani non rispettavano la regola del debito per il 2019 (forward looking) nemmeno con i numeri di aprile, e il traguardo rischia di allontanarsi.
Anche per questo la partenza delle riforme, Irpef in primis, deve essere «molto graduale» e dentro «i vincoli di bilancio», continua a sottolineare Tria. Il taglio Irpef deve essere graduale anche perché le coperture vanno cercate nel riordino degli sconti fiscali, la cui possibile revisione ha effetti dilatati nel tempo (le detrazioni sui lavori in casa, ricorda per esempio il ministro, si spalmano su 10 anni ). Tria coglie l’ occasione anche per tornare sulla possibile revisione degli 80 euro, lancia tanell’ intervista dell ’8 agosto al Sole 24 Ore :« Gli 80 euro hanno creato problemi digestione perché son ostati fatti male, e producono distorsioni perché sono maggiore spesa e non mino rientrate ». Pervincoli bisogna però prima di tutto rivitalizzare la crescita, e il compito tocca secondo Tria agli investimenti pubblici :« Anche con un moltiplicatore da uno-calcola il ministro -, con 9 miliardi di investimenti in più dimezzeremmo il gap di crescita rispetto alla media europea», che è oggi intorno all’1%. «Non sono numeri strani - sostiene Tria -, piuttosto è strano che non si astato fatto prima». Per rilanciare gli investimenti serve anche chiarezza sui progetti infrastrutturali. Tria sul tema è chiaro :« Spero che T ave Tap si facciano-dice -, anche perché fanno par tedi grandi reti internazionali che a noi interessano ».
Il ministro ribadisce la necessità di rivedere gli 80 euro: «Sono fatti male e producono distorsioni»