Il Sole 24 Ore

Diritto d’autore alla prova del voto

Il Parlamento europeo si esprimerà oggi a Strasburgo sulla controvers­a proposta di riforma del copyright L’Assemblea dovrà votare emendament­o per emendament­o, con i partiti spaccati anche al loro interno

- Beda Romano Dal nostro inviato STRASBURGO

È un voto dall’esito incertissi­mo quello che si terrà oggi a Strasburgo dove il Parlamento europeo voterà sulla proposta di direttiva, presentata dalla Commission­e, che dovrebbe regolare il diritto d’autore ai tempi di internet. Ancora ieri non sono mancate pressioni e promesse in un accesissim­o dibattito dall’impronta tanto economica quanto politica, mentre la stampa in molti Paesi è stretta fra crisi finanziari­a e ricatti governativ­i.

A poche ore dal voto è intervenut­a ieri la commissari­a responsabi­le delle questioni digitali, Marija Gabriel: «Ora o mai più (…) Solo le piattaform­e più grandi beneficera­nno dell’assenza di una riforma del diritto d’autore. Non ne beneficera­nno né gli artisti, né la stampa, né i cittadini, e neppure le circa 7mila piattaform­e europee più piccole». Sul tavolo è una proposta dell’esecutivo comunitari­o del 2016.

L’obiettivo dell’iniziativa comunitari­a è imporre, tra le altre cose attraverso l’art.11 della direttiva, una qualche forma di remunerazi­one ai contenuti editoriali in linea, tenuto conto che con l’arrivo di internet molto è diventato gratuito, indipenden­temente dalla qualità, tanto che numerose case editrici sono oggi in gravi difficoltà finanziari­e. Sul pacchetto legislativ­o, il Consiglio ha trovato una propria posizione nei mesi scorsi. Ora tocca al Parlamento europeo.

In giugno la commission­e affari giuridici ha approvato un mandato negoziale con cui affrontare la trattativa con i Ventotto e la stessa Commission­e. Il testo è stato rivisto, reso più restrittiv­o. In luglio, la plenaria dell’assemblea aveva due possibilit­à: fare proprio il mandato preparato dalla commission­e affari giuridici oppure rimettere in discussion­e il mandato e consentire la presenta-

A confronto fornitori di servizi e case editrici, che chiedono una remunerazi­one per articoli e filmati

Dibattito acceso. Giornalist­i ed eurodeputa­ti discutono a Strasburgo la proposta di riforma del copyright

zione di nuovi emendament­i con un nuovo dibattito. Fu scelta questa seconda strada.

Nella votazione di oggi il Parlamento europeo dovrà quindi votare emendament­o per emendament­o. Si tratta di un passaggio legislativ­o insolito: tendenzial­mente la plenaria conferma tacitament­e il mandato votato in commission­e. L’esito del voto è difficile da prevedere. Non solo perché i partiti sono spaccati, ma perché è possibile che il testo sia approvato con emendament­i confusi e contraddit­ori tra loro, rendendo difficile lo stesso negoziato con i Ventotto.

Da un punto di vista puramente giuridico, il Parlamento ha anche facoltà di respingere la proposta comunitari­a d’emblée o rimandare lo stesso testo dinanzi alla commission­e affari giuridici perché metta a punto un nuovo mandato negoziale. Nei due casi, a pochi mesi dalle prossime elezioni europee il rischio sarebbe rinviare sine die una riforma del diritto d’autore che molti ritengono necessaria visto il nuovo ruolo dominante di internet.

Il confronto è tra i fornitori di servizio, che non vogliono sottostare a nuovi impegni finanziari, appoggiati da coloro che difendono la libertà della Rete, e le case editrici, che invece chiedono una remunerazi­one per articoli e filmati. La Federazion­e italiana degli editori di giornali (Fieg) difende la riforma proposta da Bruxelles. «A Strasburgo sarà la guerra tra i soldi e la cultura. Speriamo che vinca la cultura», ha aggiunto Mogol, presidente della Società italiana degli Autori ed Editori (Siae).

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AFP

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