Avanti con il piano made in Italy, per il 2019 in arrivo 140 milioni
Il Governo sembra voler raccogliere il testimone del Piano straordinario Confindustria: «La cabina di regia è un esempio di best practice»
Nessuna marcia indietro. Il governo “pentaleghista” sembra voler raccogliere il testimone del Piano straordinario per il made in Italy dandogli continuità nel 2019. La cabina di regia per l’internazionalizzazione, copresieduta ieri dai ministri degli Esteri e dello Sviluppo economico, Enzo Moavero Milanesi e Luigi Di Maio, ha approvato un documento in cui si «condivide l’esigenza di uno stanziamento per il 2019 che si attesti attorno ai 130-150 milioni di euro di risorse aggiuntive rispetto a quelle della programmazione ordinaria». Quest’ultima, va ricordato, vale circa 16,5 milioni. E, per il 2019, ulteriori 50 milioni erano stato recuperati dal precedente governo utilizzando fondi perenti dello Sviluppo economico. Per il 2019, dunque, le risorse per la promozione dovrebbero arrivare complessivamente a circa 200 milioni.
Gli obiettivi e le misure
La cabina di regia organizzata alla Farnesina, alla quale hanno partecipato i principali soggetti pubblici che si occupano di internazionalizzazione, le associazioni imprenditoriali e i rappresentanti delle regioni, ha condiviso alcuni obiettivi tra i quali aumentare la quota delle aziende che esportano in modo abituale, soprattutto tra le Pmi e quelle del Mezzogiorno, e far crescere il peso delle vendite online.
Le imprese italiane che esportano sono 195.745, numero aumentato di sole 6mila unità dal 2012. Ma c’è anche un problema di “intensità”: 183mila imprese, quindi il 93,5% del totale, esprimono solo il 23,9% delle esportazioni totali. Quanto all’e-commerce, siamo solo 25esimi su 28 stati membri della Ue per quota di Pmi che vendono online.
In termini di iniziative e di misure, si prospetta la terza edizione dei voucher concessi alle Pmi per assumere a tempo degli export manager, favorendo in particolare aggregazioni, filiere e reti. E potrebbe partire un progetto pilota per i “temporary digital manager” proprio per sviluppare i canali digitali. Conferma in vista anche per il piano Export Sud coordinato dall’Agenzia Ice.
Paesi e settori
Più spazio a Cina e paesi emergenti. Dietro questa indicazione di massima, con l’India che per la prima volta sarà tra i paesi oggetto di un «piano speciale», si sviluppa un elenco di settori prioritari, dalla meccanica all’agroalimentare alle scienze della vita alla green economy. La promozione punterà poi in modo particolare su alcuni settori tipici del cosiddetto “government to government”: energia, aerospazio e difesa. Nel suo intervento durante la cabina di regia, il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha evidenziato l’importanza di agire in continuità per dare respiro alle politiche di promozione. Il ministro Di Maio ha insistito su alcuni temi: no all’export di armi verso Paesi in guerra, studiare applicazioni della blockchain per la certificazione dei prodotti made in Italy, sviluppare «una sorta di Amazon del made in Italy, che faciliti la vendita dei prodotti italiani». Su quest’ultimo punto in realtà ci sono già iniziative - l’ultima è la partnership definita dall’Ice con il gruppo cinese Alibaba - che favoriscono la vendita delle Pmi italiane sui grandi marketplace, Amazon inclusa. Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, che ha concluso i lavori alla Farnesina, ha evidenziato la necessità di aumentare il fatturato medio degli esportatori. Il collega dello Sviluppo, Michele Geraci - che sottolinea «lo spirito concreto della riunione alla Farnesina» - lavorerà anche all’attrazione degli investimenti esteri puntando sull’incremento di operazioni “greenfield”.
Confindustria dal canto suo torna sul tema della continuità. «La cabina di regia è un esempio di best practice della collaborazione pubblico-privata e conferma che lavorare in squadra produce risultati - dice Licia Mattioli, vicepresidente per l’internazionalizzazione di Confindustria - È importante dare continuità e rendere il Piano “straordinario” per il made in Italy “strutturale”». Mattioli cita anche l’importanza «di un’azione di Governo che supporti gli accordi commerciali della Ue come strumento a disposizione delle imprese per ampliare l’accesso ai mercati esteri».