Snam, boom di richieste per il bond da 600 milioni
Domanda pari a 3,5 miliardi Cedola all’1%, inferiore al costo medio del debito
A quasi un anno dall’ultima emissione, Snam torna sul mercato dei capitali e registra un boom di richieste. Ieri la società guidata da Marco Alverà ha così concluso con successo il lancio di un’obbligazione a tasso fisso, con scadenza a settembre 2023, per complessivi 600 milioni di euro dando seguito al programma Emtn (Euro medium term note) approvato dal board a ottobre scorso.
La spa dei gasdotti è riuscita a spuntare una cedola annua dell’1% con un prezzo di re-offer di 99,285, corrispondente a uno spread di 83 punti base sul tasso mid swap di riferimento. L’operazione ha fatto segnare una domanda pari a circa 6 volte l’offerta (3,5 miliardi), crescendo addirittura di 500 milioni dopo la prima rivisitazione della guideline a 85-90 punti base. Alla fine, però, la revisione al ribasso è stata ancora più spinta, di 27 punti base rispetto alla guidance iniziale, «il movimento di pricing più aggressivo - fa notare qualche addetto ai lavori - nel mondo senior corporate high grade da prima della pausa estiva».
L’emissione, ha commentato il ceo Alverà, «rappresenta un ulteriore passo avanti nel percorso di ottimizzazione della nostra struttura del debito. Il successo dell’operazione, caratterizzata da una domanda molto significativa e un prezzo particolarmente favorevole, è un segnale importante dell’interesse e della fiducia degli investitori nei confronti di Snam e più in generale delle aziende italiane e del paese». Guardando poi agli snodi futuri, le condizioni del collocamento di ieri - il coupon, come detto, all’1% e lo yield dell’1,1% circa a fronte di un costo medio del debito che attualmente per la società viaggia attorno all’1,6 per cento suggeriscono attese di ulteriori benefici in vista della scadenza, nel 2019-2021, di 2,2 miliardi di obbliga- zioni con un rendimento medio di circa il 3 per cento.
Quanto alle caratteristiche del book, l’emissione, curata dal cfo Alessandra Pasini e dal suo team, ha registrato un 26% di richieste da Germania e Austria, seguite da Gran Bretagna (24%) e Francia (21%). A fare la parte del leone, poi, sono stati gli asset manager (74%). Il collocamento è stato organizzato e diretto da un pool di banche: Bnp Paribas, Goldman Sachs, Jp Morgan, Morgan Stanley, Smbc Nikko, SocGen e UniCredit.