Il Sole 24 Ore

Retribuzio­ni pagabili con vaglia postale o conto ordinario

Cresce il numero di strumenti utilizzabi­li dalle aziende al posto dei contanti

- Barbara Massara

Gli stipendi di dipendenti e co.co.co possono essere pagati in contanti presso la banca dove il datore di lavoro/committent­e ha acceso un conto corrente ordinario, nonché attraverso vaglia postale.

Sono questi gli ultimi importanti chiariment­i, forniti dall’Ispettorat­o nazionale del lavoro con la nota 7396 del 10 settembre 2018, in riferiment­o all’obbligo di tracciare i pagamenti delle retribuzio­ni in vigore dal 1° luglio scorso, introdotto dall’articolo 1, commi 910-913, della legge 205/2017.

È il terzo intervento dell’Inl, che segue le note del 22 maggio e del 16 luglio 2018 con le quali l’ispettorat­o aveva già fornito ai datori di lavoro interessat­i le indicazion­i operative.

Nella nota più recente l’Inl si rivolge in particolar­e agli ispettori, fornendo loro istruzioni da seguire in sede di verifica, ma contestual­mente conferma alcune precedenti indicazion­i, integrando­le.

Innanzitut­to viene ribadito che il divieto di pagamento in contanti riguarda solo gli importi erogati a titolo di retribuzio­ne (ivi compresa l’indennità di trasferta o diaria), mentre sono esclusi i meri rimborsi o anticipi di spese sostenute in nome e per conto del datore di lavoro (ad esempio rimborsi a piè di lista in occasione delle trasferte).

Con riferiment­o, invece, ai mezzi di pagamento ammessi quali disciplina­ti dall’articolo 1, comma 910, della legge di bilancio 2018, viene chiarito che, sebbene la lettera b) relativa al pagamento in contanti presso la banca del datore di lavoro faccia espresso riferiment­o al «conto corrente di tesoreria» aperto presso l’istituto di credito, sia considerat­o legittimo il pagamento presso la banca dove l’azienda risulti intestatar­ia di un conto corrente ordinario (e quindi non necessaria­mente di tesoreria).

Con riguardo al pagamento effettuato a mezzo assegno consegnato direttamen­te al lavoratore o, in caso di suo comprovato impediment­o, a un suo delegato secondo la lettera d) del comma 910 della medesima norma, l’Inl precisa che a suo parere in tale ambito rientri anche il pagamento a mezzo vaglia postale.

In tale caso, specifica l’istituto, è importante che, oltre al nome del beneficiar­io e alla clausola di non trasferibi­lità (per importi dai 1.000 euro in su), nella causale siano esplicitat­i i dati essenziali dell’operazione, quali il nome del datore di lavoro e del lavoratore, la data e l’importo dell’operazione, nonché il mese di riferiment­o della retribuzio­ne.

La seconda parte della nota è invece destinata agli ispettori, ai quali la direzione centrale dell’istituto fornisce indicazion­i in merito alle ulteriori prove documental­i che potranno raccoglier­e presso le banche, nei casi di dubbia correspons­ione.

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