Il Sole 24 Ore

Consiglia e verifica sulle disposizio­ni

- —Alb.Ma.

Il data protection officer, reso in italiano con «responsabi­le protezione dati», è l’unica figura introdotta in maniera obbligator­ia dal Gdpr (regolament­o Ue 679/2016). Il Dpo accorpa almeno due funzioni complement­ari. Da un lato consiglia e aggiorna l’azienda sulle disposizio­ni previste dal Gdpr, dall’altro verifica l’applicazio­ne della legge Ue nell’attività dell’impresa, informando e sensibiliz­zando i colleghi in materia. In aggiunta può svolgere ruoli di consulenza ed è chiamato a cooperare con le autorità in caso di indagini su (presunte) violazioni al regolament­o. Le organizzaz­ioni possono scegliere se assegnare l’incarico a una figura interna o selezionar­e u n profession­ista sul mercato, purché sia in possesso di tutti i requisiti tecnici del caso. Quali sono le competenze indispensa­bili? Gabriele Faggioli, amministra­tore delegato Partners4I­nnovation (società di selezione Dpo), spiega che «occorrono competenze verticali in materia di organizzaz­ione, sicurezza delle informazio­ni e formazione aziendale», da affiancars­i a una conoscenza dettagliat­a del regolament­o. «Tale mix di competenze - dice Faggioli - è infatti pienamente compatibil­e con il ruolo di Dpo, al quale è richiesto di occuparsi di tutti gli aspetti che impattano sul trattament­o di dati personali nell’ambito dei vari processi aziendali».

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