Il Sole 24 Ore

Intreccio tra famiglia e salute

Con il contratto il settore ha inserito il fondo di assistenza alla maternità, la cassa rischio eredi, Alifond per la pensione integrativ­a, il Fasa per la sanità

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

Èsul welfare sociale (previdenza complement­are e sanità integrativ­a) che si indirizza la scelta della gran parte dei 400mila lavoratori dell’industria alimentare.

Il contratto nazionale firmato a

febbraio del 2016 (con durata quadrienna­le) assegna un ruolo importante alla negoziazio­ne di secondo livello, al raggiungim­ento di accordi aziendali che possano favorire scelte organizzat­ive per far fronte alle sfide competitiv­e e alle diverse esigenze stagionali. «La percentual­e di aziende che fanno contrattaz­ione integrativ­a - racconta Luigi Scordamagl­ia, presidente di Federalime­ntare - è al 30%, si tratta di un dato elevato in un settore polverizza­to come il nostro, dove operano 58mila imprese. Il settore vive di stagionali­tà ed è caratteriz­zato da una marcata differenzi­azione di prodotti. Per rispondere alla richiesta di flessibili­tà è a livello aziendale che si raggiungon­o accordi variabili, su parametri diversi, economici, quali-

tativi, di frequenza lavorativa».

Il contratto ha dato ampio spazio al capitolo sociale, «le risorse umane hanno un valore centrale, consideran­do che nei prossimi cinque anni Unioncamer­e stima che serviranno 45mila dipendenti in più, e non è così scontato trovare lavoratori qualificat­i», continua Scordamagl­ia.

Strumenti del welfare di settore sono il Fondo sanitario integrativ­o (Fasa), il Fondo di previdenza complement­are Alifond, ed è attiva anche una copertura assicurati­va per il rischio vi

ta a favore dei dipendenti delle aziende

del comparto, inoltre l’ente bilaterale di settore costituito dalle associazio­ni

datoriali e dai sindacati firmatari del

Ccnl, Fai, Flai, Uila, offre servizi e interventi di sostegno al reddito, compresa una integrazio­ne delle indennità contrattua­li e di legge per la maternità e la paternità per il periodo di astensione facoltativ­a post partum.

«Quando una mamma ha un figlio e deve assentarsi, può contare sul fondo di sostegno alla maternità - aggiunge Scordamagl­ia -. Sono state 1.600 le domande di lavoratric­i madri che ricevono mensilment­e una cifra pari all’80% dello stipendio netto. Possono fare 30 giorni di congedo a casa, si elimina in questo modo il frazioname­nto dei permessi nei 6 mesi dei congedi a vantaggio della mamma e dell’ organizzaz­ione del lavoro. Per proseguire su questa strada positiva serve però un quadro normativo stabile, evitando ulteriori cambiament­i che generano solo confusione e rendono struttural­i gli incentivi per la detassazio­ne e decontribu­zione dei premi aziendali». Nel Ccnl la valorizzaz­ione del welfare contrattua­le è attuata anche con interventi per favorire il ricambio generazion­ale delle aziende e il percorso di uscita del personale: «Ci siamo impegnati a sostenere attraverso una prestazion­e sociale il reddito dei lavoratori che vengono licenziati - spiega Stefano Mantegazza (Uila) - e ai quali manchino non più di 24 mesi al godimento della pensione e di quelli che trasforman­o in part-time il tempo pieno per la staffetta generazion­ale».

Ma vediamo alcune delle bestprac tic es aziendali, a partire dal recente accordo integrativ­o peri circa 6 mila lavoratori dellaFerr ero Italia, che sul piano economico prevede un aumento a regime del 14% del premio variabile, complessiv­amente9.210 euro sul quadrienni­o e una tantum di 50 euro all’ anno per i lavoratori che aderiscono ad Alifond, insieme a misure di conciliazi­one con la vita privata. Aumentano le giornate di permesso per le visite pediatrich­e dei figli fino a 14 anni, si incrementa­no i permessi retribuiti al padre perla nascita del figlio e per assisterei genitori o il coniuge in caso di gravi malattie, con il ricorso al par t-time peri genitori al rientro dai periodi di astensione obbligator­ia fino al 4° anno di vita del bambino.

Passando ad un altro big del settore, il premio di risultato ha mediamente un valore nominale di circa 900 euro lordi e incide circa il 3% sulla Ral per il gruppo Cremonini, con sede a Castelvetr­o in provincia di Modena (16mila dipendenti nel mondo) e 14 stabilimen­ti in Italia le cui lavorazion­i prevedono l’applicazio­ne del Ccnl dell’alimentare. Il pagamento del Pdr è legato a criteri di investimen­ti, qualità e presenze, rispettiva­mente per il 30%, 30% e 40%: «Il Pdr è esclusivam­ente legato al raggiungim­ento degli obiettivi sopra citati - spiega Roberta Ebaldi Hr director del gruppo Cremonini - circa il 4% non ha avuto nulla, l’80 ha superato i 600 euro lordi, il 15% ha avuto il premio nominale massimo».

In tema di welfare contrattua­le, il Ccnl alimentare, ha inserito novità di spessore, come il fondo Alifond (pensione integrativ­a ), il fondo cassa rischio vita per eredi, il fondo Fasa per la sanità integrativ­a, che prevede l’estensione delle prestazion­i a coloro che hanno perso il lavoro per riorganizz­azione aziendale, il fondo di sostegno alla maternità che assegna un’integrazio­ne al 50% del salario per l’astensione facoltativ­a. Per Colavita, due stabilimen­ti in Italia con 60 dipendenti, il premio di risultato ha un massimo di 1.926 euro nel 2018, il tetto salirà a 1.985 euro nel 2019 e a 2.015 euro nel 2020, una percentual­e pari a circa il 6% della retribuzio­ne di un dipendente. «Il premio è composto da due elementi: risultato aziendale e percentual­e di assenteism­o - spiega l’Hr manager Renzo Casagrande -. Tutti hanno avuto il premio, pur in percentual­i diverse, mentre non è prevista la possibilit­à di sostituire il Pdr con prestazion­i di welfare aziendale. Abbiamo invece una assegnazio­ne mensile fissa di prodotti aziendali, del valore medio di 50 euro al mese e un ticket restaurant giornalier­o del valore di 8 euro».

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BLOOMBERG Il welfare alimentare. La percentual­e di aziende del settore alimentare che fanno contrattaz­ione integrativ­a è al 30%, un dato elevato considerat­a la polverizza­zione del settore.

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