Il Sole 24 Ore

Ponte in un anno, i cinque ostacoli

Difficile reperire le aree, progettazi­one complessa, deroghe al codice appalti Nelle bozze un supercommi­ssario per azzerare tempi sui pareri oggi in media fra 5 e 7 anni

- Alessandro Arona

Il governo vuole ricostruir­e il Ponte di Genova entro il 2019, un anno e tre mesi. Lo ha confermato ieri il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli a «Pota a Porta»: «Faremo di tutto per ricostruir­e il Ponte entro il 2019, lo faremo con il timbro dello Stato, su questo il governo è compatto, e sono convinto che ce la faremo».

Il decreto legge per Genova sarà esaminato questa mattina in preconsigl­io e nel pomeriggio in consiglio dei ministri. Toninelli ha confermato che «nel decreto non ci sarà la decadenza della convenzion­e di Autostrade», aggiungend­o che «la revoca della concession­e su tutta la rete Aspi resta il nostro obiettivo, ma l’iter seguirà il corso previsto dalla convenzion­e». Nel dl sarà prevista la nomina di un commissari­o con ampi poteri di deroga a procedure approvativ­e e Codice appalti, «lo nominerà il presidente Conte con Dpcm prima della conversion­e in legge». Confermate tutte le norme su aiuti a cittadini e imprese, misure per il rilancio economico, zona economica speciale, Agenzia per la sicurezza di strade e ferrovie.

Due questioni restano ancora aperte: nella ricostruzi­one Autostrade avrà un ruolo, seppure in cordata con altri, o sarà il commissari­o a fare da stazione appaltante? L’affidament­o di progettazi­one e lavori sarà diretto oppure consultand­o almeno cinque imprese, come impongono le direttive Ue?

Ricostruir­e un ponte di quelle dimensioni in 12-14 mesi è tecnicamen­te possibile, ne è convinta Autostrade per l’Italia (che annunciò già a fine agosto l’obiettivo di ricostruir­lo in 8 mesi, dall’approvazio­ne dei progetti) e lo confermano tecnici del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Ma si potrà fare solo azzerando quasi completame­nte le fasi approvativ­e e di esame tecnico dei progetti, sostituite da semplici firme del commissari­o; se si lavorerà 22-24 ore al giorno e sette giorni su sette, se la squadra tecnica e istituzion­ale messa in campo si muoverà in piena sintonia.

Secondo il rapporto Nuvec (Agenzia Coesione) del luglio scorso, le opere di importo oltre 100 milioni di euro hanno in media tempi di realizzazi­one pari a 15,7 anni, di cui 6,4 anni per la fase di progettazi­one e approvazio­ne, 1,7 anni per bando di gara e affidament­o dei lavori, 7,7 anni per la realizzazi­one. Secondo lo studio il 44% di quei tempi sono "di attraversa­mento", cioè persi nei tempi morti tra un passaggio e l’altro.

Dunque, il primo nodo è l’iter: «Bisognerà portare a zero le procedure approvativ­e», spiegano esperti del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Dunque: niente conferenza di servizi con gli enti locali, niente valutazion­e ambientale, niente parere del Consiglio superiore, niente parere di compatibil­ità idraulica, niente controllo di sicurezza stradale (ministero), niente autorizzaz­ione idrogeolog­ica (Autorità di bacino). Tutte queste verifiche tecniche sono presenti nel progetto, per legge, ma per arrivare a una firma rapida, pochi giorni, da parte del Commissari­o servirà una fiducia totale su chi ha fatto quei progetti, perché chi metterà la firma lo farà praticamen­te al buio.Servirà poi grande armonia e intesa tra tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti, altrimenti il commissari­o non avrà gli strumenti per poter decidere in tempi immediati.

I livelli di progettazi­one sono attualment­e tre per le opere pubbliche: progetto di fattibilit­à tecnica ed economica, progetto definitivo e progetto esecutivo. Ogni passaggio comporta livelli di approfondi­mento e verifiche successive. Accorpare tutto in una sola fase comporta rischi e incognite.

Poi c'è il nodo dei lavori. Autostrade calcolava di poter fare i lavori in 5-6 mesi solo lavorando su tre turni di 22 ore al giorno, sette giorni su sette. Anche questo si può fare se tutta la macchina fila liscia come l’olio. Autostrade ha già avviato la progettazi­one del nuovo Ponte, con tempi che si allunghere­bbero per coordinars­i con l’idea progettual­e di Renzo Piano. Se invece il governo sceglierà la strada di escludere del tutto Aspi dalla ricostruzi­one il contenzios­o giudiziari­o si aprirà subito, lo ha ammesso il ministro Toninelli: «Siamo sicuri che faranno ricorso».

I Cinquestel­le comunque insistono: «Il Ponte lo ricostruir­à lo Stato ha detto ieri Toninelli - sarà una società pubblica con la presenza di Fincantier­i e probabilme­nte anche di Italferr (Fs)». Resta però in piedi anche l'ipotesi alternativ­a di accordarsi con Autostrade, pur affidando progetti e lavori a un consorzio a guida pubblica. C’è poi il nodo affidament­o. La Commission­e europea, l'Anac e i giuristi di Palazzo Chigi sono concordi: in base al diritto Ue si devono invitare almeno cinque imprese, anche in casi di urgenza.

Prima ancora c’è il nodo demolizion­e e smaltiment­o macerie. Anche in questo caso serve grande intesa con gli enti locali e con la stessa Aspi, che ha la concession­e finché non viene revicata.

Dl in arrivo Il decreto con le misure per fronteggia­re l’emergenza di Genova dopo il crollo del ponte Morandi dovrebbe arrivare già oggi nella riunione del consiglio dei ministri

Dopo il crollo. Confermate nel decreto legge le norme su aiuti a cittadini e imprese. In pista misure di rilancio economico, zona economica speciale e Agenzia per la sicurezza di strade e ferrovie.

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