Il Sole 24 Ore

Non solo millennial­s: il marketing fa rotta sulla «silver age»

Strategie. L’ universo dei pubblicita­ri ha riscoperto­le potenziali­tà del segmento dei« baby boom ers»,g li over 54 attenti alla qualità, decisi nelle scelte d’ acquisto, aperti ai sociale per molti aspetti vicinia i più giovani

- Andrea Biondi

Che rivincita. Aveva collaborat­o con Lancôme per 14 anni Isabella Rossellini. Bellissima, la figlia di Ingrid B erg mane di Roberto Rossellini si era vista dare il benservito. A 43 anni era considerat­a“troppo vecchia ”. Accadeva una ventina di anni fa. Ora che l’attrice di anni ne ha 66 è stata richiamata. Per espressa volontà dei vertici di Lancô me.

Ne è passa todi tempo dagli anni Novanta. E il tempo ha fatto aprire gli occhi a un universo del marketing che ha scopertoco­m egli“over54”rappr esentino un’autentica miniera d’oro. Rimasta lì, un po’ fuori dal cono visivo, vittima dell’ attenzione ai consumator­i del futuro.

Se l’errore sulla “silver age” è stato fatto, è altrettant­o vero però che l’ansia di conquistar­e i più giovani si sta accompagna­ndo ora a una crescente attenzione a un mondo i cui numeri, innanzitut­to, fanno capire che su questa fascia di consumator­i più âgé (guai a spingersi oltre nella definizion­e) conviene muoversi con decisione. Secondo GlobalWebI­ndex nella fascia d’età degli over 54 si concentra una spesa media online di 7 miliardi di euro all’anno. Sono loro che detengono circa l’80% della ricchezza nel Regno Unito e il 70% negli Usa. E a loro questi soldi piace spenderli.

Comunement­e si inserisce questa fascia di popolazion­e sotto l’etichetta di “baby boomers”, ovvero la generazion­e nata fra il 1945 e il 1964. In Italia sono circa 14 milioni. E comprenden­do anche gli over 74 si arriva a 20,5 milioni. Circa un terzo della popolazion­e totale quindi. Comunque un cluster molto ampio che al suo interno racconta di mondi molto diversi.

«Come pubblicita­ri – spiega Nicola Belli, consiglier­e di Armando Testa – ci siamo sempre chiesti come conquistar­e la fascia dei più giovani, che risultano essere i più “infedeli” alle marche, con una dieta mediale sconosciut­a fino a 10 anni fa. Ma il target della silver age sta venendo fuori in maniera prepotente. Del resto è conseguenz­a del prolungame­nto della vita. Ma anche del fatto che sono i veri “free timers”». Non sono più i giovani ad avere «tempo libero. La loro vita si è fatta sempre più competitiv­a, hanno un contesto incerto e questo incide anche sulla propension­e di spesa».

Rivolgersi alla silver age non è tuttavia uno scherzo. «È il target più challengin­g», spiega Anna Meneguzzo, direttore creativo di Leo Burnett che per P&G cura il progetto “Victoria”, magazine gratuito “vietato ai minori di 50 anni”. «Quando si parla di baby boomers parliamo di una generazion­e ben precisa. Visto che con Victoria ci concentria­mo sull’universo femminile, le donne sono quelle che nel ’68 avevano più o meno 20 anni, che hanno lottato per il divorzio, l’aborto. E che con le teen hanno molti punti di contatto come la voglia di non sentirsi dire cosa devono fare. Per loro serve una comunicazi­one autentica. Il resto lo rigettano. I teen, dall’altro lato, hanno bisogno di una comunicazi­one più profonda. Gli over no, perché quei marchi li conoscono».

Guardando alle caratteris­tiche socio-demografic­he, i dati Gfk segnalano che il mondo del lavoro di fatto coinvolge ancora il 30% di questi individui. Un quarto vivono soli; un quarto sono sposati o conviventi ma vivono senza figli in casa; uno su tre vive con figli maggiori di 15 anni. E in particolar­e in questi casi sono proprio loro (gli over) i “garanti” della solidità economica della famiglia. In questo quadro, ci sono 4,2 milioni di over 54 che risultano simili ai 25-54enni italiani che per comodità vengono anche chiamati “young-old”: fanno attività fisica (93% degli “young-old”), provano volentieri cucine straniere (40%), fanno vacanze non stanziali in città e luoghi diversi (60%), con amici (55%). Quanto alla dotazione tech, gli youngold per il 71% possiedono uno smartphone (al 19% i tablet) e sono molto aperti a web e social (il 76% va online tutti i giorni).

Come quindi una marca può catturare gli over54?«Ipill arso no quattro. Innanzitut­to–spiega Antonio Gandolfi, direttore strategico Omd – la notorietà della marca visto che le persone hanno sviluppato convinzion­i e sono difficilme­nte aperte allo switch con marche sconosciut­e. Poi l’etica, la qualità senza compromess­i visto il desiderio degli young-old di trattarsi bene e infine l’ italianità.Il made in Italyperl oro resta una garanzia». Quanto ai canoni della pubblicità, sempre i dati Gfk aiutano a fare luce. Fra i55-60ennic’ è alto gradimento per l’utilizzo di testimonia­l famosi con storie divertenti mentre gli over70pref­eriscono storie romantiche. Inoltre per due over54sut re la pubblicità deve puntare a comunicare attraverso valori e storia dell’azienda.

La rivincita. Isabella Rossellini a 66 anni è stata richiamata a inizio anno da Lancôme per tornare come testimonia­l del marchio dopo essere stata “scaricata” 23 anni fa perché ritenuta troppo vecchia. La campagna è pianificat­a in autunno

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