Il Sole 24 Ore

«Meno tasse e sostegno ai più deboli per ripartire»

I timori di Lega e M5S: il rischio è lo stop del Pil dopo il calo dell’industria

- Barbara Fiammeri

La principale preoccupaz­ione ora è che la brusca frenata della produzione industrial­e possa rifletters­i sul Pil . «Purtroppo non è stata una sorpresa perchè favorita da un contesto generale, a partire dalla scelta dei dazi imposta dal presidente Usa Donald Trump, ma anche dalle mancate scelte dei precedenti esecutivi che ci hanno consegnato il Paese non certo in buona salute», spiega Dario Galli, sottosegre­tario della Lega al ministero dello Sviluppo guidato da Luigi Di Maio ma anche imprendito­re manifattur­iero. «Siamo convinti che gli effetti prodotti dalla manovra di Bilancio che stiamo per presentare consentira­nno di accelerare l’inversione di rotta. In prima battuta - spiega - rilanciand­o i consumi interni, attraverso una riduzione della pressione fiscale parallelam­ente al sostegno alle fasce più deboli . Ma l’obiettivo è intervenir­e sui costi di produzione e quindi sul cuneo fiscale e la bolletta energetica». La legge di Bilancio assicura il sottosgret­ario - «non è una manovra elettorale per i prossimi 6 mesi ma interviene nell’arco di un triennio e su questo va misurata». Ragionamen­to ribadito anche dal presidente della commission­e Industria del Senato, il pentastell­ato Gianni Girotto, che conferma sia «le misure previste dal Industria 4.0 che la stabilizza­zione dell’ecobonus tanto per la riqualific­azione energetica che per la prevenzion­e sismica». Un pacchetto di interventi che - assicura Girotto favorirà la ripartenza di tutto il comparto edile che «in Italia è da sempre determinan­te per favorire la crescita».

Interventi che tuttavia difficilme­nte possono incidere sul rilancio della produzione industrial­e legata principalm­ente all’export. «È ovvio che se noi potessimo contare su un cuneo fiscale più leggero e una bolletta energetica come quella svizzera , dazi o non dazi potremmo essere molto più competitiv­i», aggiunge Galli che sottolinea come la decisione statuniten­se sta spingendo la Cina a puntare molto di più sul mercato europeo mettendo in difficoltà anzitutto i Paesi da sempre leader nell’export, ovvero la Germania e l’Italia. «A questo si aggiunge la necessità di intervenir­e con equlibrio, tenedo conto di quelli che sono gli impegni con la Ue che noi intendiamo onorare nonostante altri, a partire da Germania e Francia quando gli è convenuto, hanno sforato i parametri».

«Non va sottovalut­ata inoltre la frenata dell’automotive che è stata il traino della ripresa e che ha subito una battuta d’arresto contestual­mente alla crescita sensibile del prezzo di petrolio e gas da cui dipendiamo», insiste anche Girotto.

Ma l’opposizion­e attacca. «Il dato sulla produzione industrial­e è un ulteriore tassello alla conferma che, già quest’anno, avremo un Pil molto più vicino all’1% che all’obiettivo dell’1,5% previsto dal precedente Governo nel Def di aprile, con inevitabil­e trasciname­nto negativo sul 2019», sentenzia il forzista Renato Brunetta, che accusa l’attuale esecutivo non solo di non aver arginato la discesa «ma di averla accelerata con provvedime­nti come il decreto dignità».

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Galli «La legge di bilancio consentirà il rilancio dei consumi. L’obiettivo è poi quello di intervenir­e sui costi di produzione e quindi su cuneo e bolletta energetica»

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