Fondi Ue, la Corte dei conti chiede risultati
Per un uso più efficace dei fondi strutturali europei la Commissione Ue dovrebbe proporre un calendario per la negoziazione e l’approvazione dei programmi regionali e nazionali per assicurare che l’attuazione possa partire sin dall’inizio del periodo di programmazione e non con il consueto ritardo che nei casi peggiori (per il 2014-2020 la Campania, per esempio, è stata l’ultima dell’intera Ue) ha comportato perdite di tempo fino a un anno. È la prima raccomandazione della Corte dei conti europea sulla politica di coesione in un report pubblicato ieri sulle spese sostenute nel periodo 2007-2013 e il confronto con l’andamento nel periodo precedente e quello in corso, in quattro Stati membri che avevano avuto problemi nella spesa e avevano avuto bisogno dell’aiuto della Commissione: Repubblica ceca, Ungheria, Italia e Romania. I revisori dei conti suggeriscono anche un più oculato uso della revisione dei programmi in corso d’opera e chiedono «che sia effettuata in primo luogo per fornire migliori risultati» e non solo per accelerare la spesa. Quello dei risultati e della loro misurazione resta uno dei punti nodali dei fondi strutturali e della politica di coesione e la Corte non perde occasione per sottolinearlo anche in questo rapporto. «I ritardi nell’adozione del quadro normativo e la lenta attuazione dei piani di spesa spingono le amministrazioni nazionali a utilizzare rapidamente i fondi, talvolta a scapito della performance». Secondo la Corte, la Commissione «ha affrontato in ritardo le difficoltà di alcuni programmi» ma alla fine «i suoi interventi e quelli degli Stati membri hanno avuto un impatto positivo» sulla spesa.