Il Sole 24 Ore

M5S vuole un tecnico Spunta il nome di Iolanda Romano

In Liguria tra gli «esperti» di infrastrut­ture anche Signorini e Rettighier­i

- Giorgio Santilli

Un politico o un tecnico? È ancora la questione del commissari­o straordina­rio alla ricostruzi­one a bloccare l’accordo sul decreto legge per Genova. L’approvazio­ne di ieri «salvo intese» è poco più di una copertina del provvedime­nto che per il resto va ancora scritto nei nodi essenziali. Si aggiunga che sul commissari­o si rinvia a un Dpcm non solo per la scelta del nome ma anche per l’elenco dettagliat­o dei poteri. L’impianto contenuto nelle bozze di questi giorni sarà esaminato con attenzione per capire se i poteri concessi al commissari­o siano eccessivi e possano produrre un effetto imbuto anziché un’accelerazi­one.

Ma il vero nodo riguarda chi sarà il commissari­o. Il governator­e della Liguria Giovanni Toti si è pubblicame­nte lamentato del fatto che le istituzion­i locali fossero state tenute all’oscuro delle scelte del governo e ha aggiunto che il commissari­o dovrebbe essere comunque qualcuno che conosce molto bene Genova. «Sul commissari­o serve il massimo coinvolgim­ento di Regione Liguria e comune», ha detto.

Le quotazioni del governator­e per la figura di commissari­o sono scese negli ultimi giorni per il veto posto dai Cinque stelle. A rilanciare il governator­e potrebbe però essere proprio la figura che si è andata definendo nelle bozze di decreto, con poteri davvero eccezional­i come forse non si è mai visto nella storia repubblica­na: non solo cordinamen­to e poteri sostitutiv­i in caso di inerzia, ma proprio una sostituzio­ne automatica e “attiva” di tutte le amministra­zioni statali, regionali e comunali con l’eccezione delle Sovrintend­enze.

Difficile pensare che un tecnico possa, anche sotto il profilo costituzio­nale, assommare su di sé poteri così vasti. Se l’impianto resta questo, l’incarico non potrà che avere una qualche legittimaz­ione politica: il governator­e Toti, il sindaco Bucci o un sottosegre­tario che rappresent­i direttamen­te il governo, con dei subcommiss­ari operativi.

Ma la soluzione politica non piace ai Cinquestel­le e al ministro delle Infrastrut­ture Toninelli che invece lavora per una figura tecnica. M5S prima ha bocciato il nome di Toti, reo di aver tentato un’intesa per mettere insieme Autostrade e Fincantier­i nella ricostruzi­one del Ponte, poi ha detto no anche alla candidatur­a del vice-ministro leghista Rixi.

Dal ministero delle Infrastrut­ture non trapelano indiscrezi­oni sui nomi di tecnici.

Qualche nome, tuttavia, circola se non altro perché avrebbe alcuni requisiti fondamenta­li per gestire l’emergenza o perché apprezzato per il lavoro svolto in Liguria. Un nome che si è subito fatto è quello di Raffaele Cantone, che però sarebbe in conflitto di interessi come presidente Anac e come magistrato non potrebbe assumere alcun incarico che contempli poteri di gestione. La sua figura avrebbe fatto forse da garante nell’applicazio­ne di poteri in forte deroga al codice degli appalti, ma in realtà l’Anac ha perplessit­à proprio sulla norma che consentire­bbe l’affidament­o diretto di progettazi­one e lavori senza gara. Un altro nome circolato è quello di Iolanda Romano, commissari­a di governo per il terzo valico dalla fine del 2015. Potrebbe piacere ai Cinquestel­le per aver preso in passato posizione a favore della revisione del progetto del Terzo valico. Sulla ferrovia Genova-Milano opera anche un altro commissari­o, sul fronte del consorzio realizzato­re Cociv, Marco Rettighier­i, che negli ultimi due anni ha accelerato i lavori. Infine un altro grande esperto di infratsrut­ture che opera in zona è Paolo Emilio Signorini, attuale presidente dell’autorità portuale di Genova. Ma il suo nome sarebbe spendibile solo in caso di accordo fra Toti e il governo.

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