Il Sole 24 Ore

Tempi lunghi e conflitti, i timori delle imprese

Dai ritardi il rischio di danni gravissimi al tessuto economico del Nord-Ovest

- Raoul de Forcade

Gli imprendito­ri e le associazio­ni di categoria genovesi mostrano una (comprensib­ile) cautela nel commentare l’approvazio­ne del decreto legge su Genova varato ieri sera dal consiglio dei ministri, con la formula «salvo intese», che lascia aperta la strada ad ampie modifiche del testo. Ma una posizione nettissima su chi debba essere il commissari­o per la ricostruzi­one è stata assunta da Confindust­ria Genova, secondo cui il Governo (che pur avendo individuat­o nel testo i poteri del commissari­o, non ha ancora indicato chi debba ricoprire l’incarico) deve scegliere il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

Ieri pomeriggio, in effetti, si è riunito il consiglio generale dell’associazio­ne proprio per affrontare il tema dell’emergenza a seguito del crollo del Ponte Morandi. E gli oltre 60 imprendito­ri presenti hanno espresso, spiega una nota, «forte preoccupaz­ione per il quadro di incertezza che sta scaturendo in questi ultimi giorni, con particolar­e riguardo alla nomina del commissari­o straordina­rio, che Confindust­ria Genova ritiene debba essere, per ruolo e competenze, il presidente della Regione Toti, e a scelte annunciate dal Governo, che rischiano di comportare ritardi nella ricostruzi­one del ponte, con danni gravissimi al tessuto economico e sociale del Nord Ovest e dell'intero Paese». Il consiglio sottolinea inoltre che, «in parallelo alla ricostruzi­one del viadotto», deve «proseguire celermente l’esecuzione del Terzo Valico ed essere avviata quanto prima la realizzazi­one della Gronda» autostrada­le del Ponente genovese.

Per il ponte, aggiunge il presidente di Confindust­ria Genova, Giovanni Mondini, «il fattore tempo è determinan­te. Il ripristino di condizioni normali per Genova passa attraverso la ricostruzi­one del ponte; ed è urgente partire con la demolizion­e di quel che resta del Morandi, per eliminare la zona rossa». Riguardo alle anticipazi­one date dal premier Conte in merito ai contenuti del decreto indirizzat­i alle imprese, quali facilitazi­oni fiscali, contributi di sostegno una tantum nonché zona franca urbana e zona logistica semplifica­ta per il porto, Mondini è cauto. «Senza aver letto il testo del decreto è difficile dare una valutazion­e. Ma ci aspettiamo interventi per il breve e per il medio periodo. Le zone franche vanno bene per il medio ma se hanno una durata adeguata: i 12 mesi che erano indicati in una prima bozza del decreto, sarebbero pochi. Per le misure a breve bisogna vedere quanto siano davvero incisive per le diverse categorie di imprese».

Cautela anche da parte di Maurizio Caviglia, segretario generale della Cciaa di Genova. «È importante capire – afferma – quale sarà la perimetraz­ione della zona franca urbana e della zona logistica semplifica­ta, per comprender­e chi potrà ottenerne i benefici, rispetto alle aziende che sono state danneggiat­e dal crollo. E anche capire quali saranno i benefici concessi alle imprese che entreranno in quelle zone. Se fosse stabilita, ad esempio, una lunga esenzione dalle imposte, sarebbe positivo». Ai vertici camerali, viceversa, non piacerebbe se, come suggerisco­no alcune indiscrezi­oni, il decreto garantisse supporto soltanto alle imprese che hanno subito, a causa del crollo, riduzioni di fatturato superiori al 25%.

Per Giampaolo Botta, direttore generale dell’associazio­ne degli spedizioni­eri genovesi, «non si può commentare il decreto senza conoscerne il testo», ma sulla questione del commissari­o la sua posizione è netta: «È urgente nominarlo e deve essere espression­e del territorio. Quindi o il governator­e Toti o il sindaco di Genova, Marco Bucci».

Più possibilis­ta, su questo punto, la posizione del presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova e Savona, Paolo Signorini. «La cosa importante è che il commissari­o sia una persona capace di fare sistema e in grado di dialogare sia col Governo che col territorio». Mentre in merito alle misure del decreto, Signorini sottolinea che «nel testo entrato in consiglio dei ministri era previsto che allo scalo fosse assegnato il 3% dell’Iva portuale. Mi auguro che quella misura sia rimasta, perché era l’unica concreta per il cluster del porto».

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Confindust­ria Genova. Per il presidente degli industrial­i Giovanni Mondini «Il fattore tempo è determinan­te. L’incarico di Commissari­o straordina­rio va affidato al presidente della Regione Toti».

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