Genova come Barcellona Nasce l’hub dei grandi yacht
Sono 31 le aziende che si sono associate: il fatturato annuo è di 110 milioni
Le aziende genovesi di nautica professionale fanno squadra per trasformare Genova in hub d’eccellenza, di servizio agli yacht. È nata proprio per facilitare questo obiettivo, Genova for yachting, associazione composta da cantieri di riparazioni navali, marine, società di servizi e imprese tecnologiche specializzate nel settore. Si tratta, al momento, di 31 aziende che danno lavoro complessivamente a 680 addetti diretti e sviluppano 110 milioni di fatturato annuo complessivo e un indotto che vale oltre 330 milioni di euro l’anno.
Presidente dell’associazione è Alberto Amico, alla guida dei cantieri Amico & Co, che, coadiuvato da Fabio Pesto (presidente di Pesto sea group) e da Giuseppe Pappalardo (al vertice di Marina Genova aeroporto), ieri ha spiegato come la nautica professionale stia «diventando un’attività trainante del porto di Genova. Nel 2017 oltre il 60% dell’occupazione dei bacini di carenaggio è rappresentata da grandi yacht, su una permanenza complessiva di barche e navi di 1.560 giorni. Il nostro obiettivo è dialogare con le istituzioni locali, stimolando sinergie e mettendo in campo competenze per far diventare Genova un centro di eccellenza mondiale, in grado di competere con gli altri grandi poli mediterranei di Barcellona (Spagna) e La Ciotat (Francia)».
Del resto, ha ricordato Pesto, «nel 2017 ben 650 unità di lunghezza superiore a 24 metri, pari al 15% della flotta da diporto mondiale di grandi yacht, hanno scelto di fermarsi a Genova, con una permanenza media di cinque settimane, per un totale di 5mila persone di equipaggio che si sono fermate città. E il 2018 sta segnando una tendenza positiva per numero di scali, per permanenza media e per numero di equipaggi».
Anche se, ha ricordato, «specie nei giorni immediatamente successivi al crollo del ponte Morandi, si è registrato un calo di imbarcazioni (pari a circa -10%, ndr)». Una tendenza, ha affermato Pappalardo, che potrebbe peggiorare «se la città non fa vedere che reagisce bene e in fretta alla situazione che si è creata». Ad esempio, ha proseguito, «si potrebbe creare un veloce ed efficiente servizio di trasporto sull’acqua da Ponente a Levante e viceversa».