La missione mai decollata dell’uomo di Bruxelles
L’11 giugno in Borsa nessun rappresentante di Governo ad ascoltare il programma
«Tutte le democrazie liberali si fondano su due pilastri: le istituzioni che dipendono dal voto dei cittadini e le istituzioni indipendenti, le cosiddette Authorities, come la Consob, i cui vertici, in Italia, sono nominati con Decreto del Presidente della Repubblica». Con queste parole Mario Nava dava corso all’ultimo passaggio della sua relazione al mercato lo scorso 11 giugno a Milano. L’unica, viste le dimissioni arrivate ieri. Le autorità indipendenti dunque come contrappeso, anche se non contrapposte, alla politica. Anche se la vicenda si è consumata su un piano di compatibilità o meno con lo status di dipendente dalla Commissione Ue, che Nava ha continuato a rivestire, il timore che uno scontro politico possa rendere meno efficace uno di quei contrappesi è stato esplicitamente espresso dagli operatori del mercato, come attestato dal Sole 24 Ore dello scorso 3 agosto. Un timore che non riguarda solo la Consob, ma anche le altre autorità indipendenti. Non a caso la Banca d’Italia ha avviato nei mesi scorsi una serie di conferenze in giro per la Penisola per spiegare ai cittadini il proprio ruolo. Il giorno del discorso al mercato di Nava però la politica era stata assente. A palazzo Mezzanotte non era intevenuto nessun rappresentante per il Governo, una circostanza inedita. Però le polemiche sulla “dipendenza” dall’Europa, che tra l’altro detta la quasi totalità delle regole in materia finanziaria, non erano mai cessate e se solo lunedì scorso Nava affermava: «Sulla legittimità della mia nomina parlano gli atti delle istituzioni. Sono tranquillissimo», ieri un nuovo attacco da parte della maggioranza di governo ha fatto precipitare la situazione.
Tra le linee guida della breve presidenza Nava sicuramente va ricordata una forte idea di collaborazione con le altre authority, soprattutto con la Banca d’Italia, i cui compiti spesso si intrecciano con quelli della Consob. Una collaborazione la cui importanza è stata più volte sottolineata dall’ormai ex presidente dell’Authority dei mercati finanziari e che ha visto momenti importanti di cooperazione come l’accordo quadro sottoscritto con il Governatore Ignazio Visco, che prevede una stretta collaborazione sulle ispezioni presso gli enti controllati e scambi di informazioni.
Dal punto di vista del mercato italiano, Nava aveva da un lato sottolineato l’importanza di scremare i meccanismi di quotazione, per facilitare l’accesso al mercato. L’impegno su questo fronte, secondo Nava, passa innanzitutto per la semplificazione, tanto che aveva aveva parlato di un riordino delle comunicazioni della Consob e della «società quotata digitale», caratterizzata dalla semplificazione e dalla digitalizzazione di tutti gli obblighi di informazione. Inoltre si è più volte espresso in favore di una maggiore apertura delle imprese italiane ai capitali esteri anche attraverso la promozione del modello monistico di governance, meglio capito dagli investitori stranieri.
Una iniziativa che può sembrare secondaria, ma lo è meno di quanto appaia, è quella del dialogo della Consob con i principali interlocutori, attraverso la creazione di un Comitato di consultazione, secondo una delle migliori pratiche utilizzate dalla authorities europee.