Asta 5G, assegnata la banda 700 Tim e Vodafone si aggiungono a Iliad
Per i lotti aggiudicati Tim investe 680 milioni a fronte dei 683 di Vodafone Con i rilanci la somma già garantita allo Stato ha superato i 2,8 miliardi
Per le casse dello Stato non si scenderà sotto i 2,8 miliardi di euro. Anzi, per come è andata la prima giornata di rilanci per le frequenze necessarie allo sviluppo del 5G, la battaglia sulle frequenze 3.6-3.8 GHz promette di essere senza esclusione di colpi. Come prevedibile peraltro alla vigilia, vista la suddivisione dei lotti in due blocchi da 80 MHz e due da 20 MHz. In sostanza, con tre contendenti (diventati in realtà 4 visto che a Tim, Vodafone e Wind Tre si è aggiunta anche Iliad) è la stessa matematica a dire che chi vorrà quelle frequenze dovrà mettere mano al portafogli.
Infatti, come comunicato dal Mise in serata, rispetto alle cifre segnalate nell’offerta iniziale di lunedì – termine di scadenza per rispondere presente – si contavano già 345,4 milioni di euro in più. Sotto i 2,8 miliardi, insomma, non si andrà.
Intanto ieri l’asta ha raggiunto un primo risultato. Accanto all’aggiudicazione, per 676,5 milioni di euro, a Iliad di due dei sei lotti messi a gara in banda 700 MHz, 10 Mhz (2X5 MHz) sono stati attribuiti anche gli altri 4 lotti della banda che sarà disponibile al 2022, dopo che sarà liberata dai broadcaster che oggi la occupano.
Ad aggiudicarseli sono stati Tim e Vodafone per un investimento di 680,2 milioni di euro da parte della compagnia telefonica guidata da Amos Genish e 683,2 milioni di euro da parte di Vodafone Italia. Sostanzialmente le stesse cifre di lunedì dunque per un investimento complessivo superiore ai 2 miliardi. «Risulta ancora aperta la procedura per l’assegnazione della 700 SDL (attigue a quelle del ministero della Difesa e a uso “Supplemental Downlink”, ndr.) e appare vivace la competizione sulla banda 3700 MHz» ha scritto il Mise nel comunicato.
Si riprende oggi a partire dalle 10 con la fase di miglioramenti competitivi nelle altre due bande di frequenze pioniere del 5G, vale a dire la 3.6-3.8 GHz e quella “millimetrica” 26.5-27.5 GHz. Tutte frequenze importanti – se è vero che ci saranno ricavi aggiuntivi per 13 miliardi di euro al 2026 per gli operatori secondo uno studio Ericsson (si veda Il Sole 24 Ore del 12 settembre) – ma su cui occorrerà investire. In lizza, oltre a Tim e Vodafone, ci sono anche Fastweb – che pure si è attrezzata dotandosi di frequenze con l’accordo con Tiscali (si veda altro articolo in pagina) – ma anche Wind Tre e Iliad. Fastweb nella prima tornata ha partecipato solo sulla banda millimetrica. «Con questo importante risultato Tim amplia la propria disponibilità di frequenze prioritarie per i servizi 5G», ha commentato l’ex monopolista in una nota. «In relazione al pagamento delle frequenze – si legge – il Governo ha stabilito in legge di Bilancio del 2017 che gli incassi avverranno prioritariamente con gli introiti derivanti dalle frequenze 3.6-3.8 e 26.527.5. Per l’anno in corso il Governo ha identificato, in relazione all’asta 5G, un incasso da parte di tutti gli operatori di 1.250 milioni di euro, per il 2019 di 50 milioni, per il 2020 di 300 milioni, per il 2021 di 150 milioni e la restante eccedenza nel 2022. Per il gruppo Tim una stima esatta dell’esborso per cassa e, quindi, dell’impatto sulla posizione finanziaria netta, potrà pertanto essere effettuata solo alla fine dell’asta nel suo complesso».