Il Sole 24 Ore

UN CREDENTE NEL LATO LUDICO DELL’ESISTENZA

- di Giuseppe Lupo

La storia di Guido Ceronetti, scrittore, poeta, traduttore, drammaturg­o, nato a Torino nel 1927 e spentosi ieri a Cetona, in provincia di Siena, all’età di 91 anni, intercetta quella di un certo Novecento irregolare e percorso contromano, con il piglio tutto scintillan­te della passione che non fa calcoli e impone strategie. Ceronetti è stato probabilme­nte l’ultimo scrittore-clown – alla pari del primo Palazzesch­i e forse, più tardi, di uno Zavattini –, un raffinato uomo di lettere che non ha mai perduto il senso dell’ironia e dello scherzo quale dimensione stabile di ogni esperienza culturale. Già il fatto stesso di aver fondato, nel 1970, insieme con la moglie Erica Tedeschi, il Teatro dei Sensibili e di averne fatto un’esperienza itinerante di marionette, è un elemento assai indicativo di come egli viveva il racconto del mondo che si vivifica nella scrittura. Di fronte alla tragedia del secolo e ai complicati giri interpreta­tivi che da più parti imponevano un atteggiame­nte serioso, più votato al tragico che al comico, Ceronetti rilanciava l’ipotesi di una lettura dell’esistenza con il filtro ilare e ludico del divertisse­ment.

Eppure i suoi inizi erano orientati verso una passione che poi non avrebbe mai perduto: la Bibbia come testo orientativ­o e solenne, a cui attingere con la sacralità che si tributa alle cose serie. E si comprende la scelta effettuata all’interno del “grande codice”: non tanto i libri storici, piuttosto quelli sapienzial­i, a cominciare dai Salmi, nel 1967, passando attraverso l’Ecclesiast­e (1970), poi il libro di Giobbe (nel 1972), poi ancora il Cantico dei Cantici (nel 1975), per finire con il respiro profetico di Isaia, nel 1981.

Un occhio alle date permette di intuire come l’esercizio del confronto con la tradizione veterotest­amentaria abbia impegnato Ceronetti per un quindicenn­io, a prologo cioè della sua scrittura, che non a caso esordisce per una sigla cattolica come Rusconi (poi i suoi editori sarebbero stati Einaudi e Adelphi, oltre che una produzione raffinata per bibliofili con Tallone) e con un’opera dalla natura irriverent­e nei confronti della modernità, Difesa della luna e altri argomenti di miseria terrestre (1971), scritta mentre le missioni statuniten­si dell’Apollo desacraliz­zavano il nostro satellite, contribuen­do a romperne l’incanto. Ma questa dimensione religiosa, che non significav­a affatto testimonia­nza di una fede e che il tempo avrebbe condotto su posizioni ecologiste, si era manifestat­a anche alle origini dell’attività poetica.

Scrivere, secondo la lezione che Ceronetti ci consegna, non è mai stato un mero esercizio di invenzione ma di reinvenzio­ne, non una scrittura ma una riscrittur­a o, ancora meglio, una traduzione (con tutto ciò che questo termine significa guardando al di là della semplice trasposizi­one) di ciò che ci arriva dalle bibliotech­e antiche e che possiede l’autorevole­zza per continuare a significar­e ancora qualcosa per le orecchie di noi contempora­nei. Una domanda da farsi sarebbe quella di comprender­e fino a dove si sia spinta l’opera dell’interprete e dove sia cominciata l’opera dello scrittore autonomo. Questo è il tema che Ceronetti, con la sua morte, consegna indirettam­ente agli studiosi. I quali non potranno fare a meno di considerar­e non soltanto la capacità eclettica nell’uso delle più varie forme espressive ma anche una sorta di inquietudi­ne di fondo che trova spazio proprio dentro l’uso babelico della parola e che molto probabilme­nte chiede sostegno alle fonti della tradizione (Bibbia, Sofocle, Marziale, Catullo ecc.) per germogliar­e dentro un tempo che non si lega solo all’edificio di una cronaca, ma vaga in cerca di una quiete.

 ?? FOTOGRAMMA ?? Guido Ceronetti. Il poeta, nato a Torino nel 1927, si è spento ieri a Cetona (Siena). Filosofo, saggista, scrittore, traduttore e studioso di libri sacri, è stato anche collaborat­ore della Domenica del Sole 24 Ore (e di molti altri giornali) e aveva dato vita nel 1970 al Teatro dei Sensibili, allestendo spettacoli di marionette.
FOTOGRAMMA Guido Ceronetti. Il poeta, nato a Torino nel 1927, si è spento ieri a Cetona (Siena). Filosofo, saggista, scrittore, traduttore e studioso di libri sacri, è stato anche collaborat­ore della Domenica del Sole 24 Ore (e di molti altri giornali) e aveva dato vita nel 1970 al Teatro dei Sensibili, allestendo spettacoli di marionette.

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