Senza un accordo così Brexit complica la vita delle imprese
Confindustria Uk: Un «no deal» ci colpirebbe come una mazza
Il Governo britannico spera ancora di raggiungere un’intesa con Bruxelles in tempo utile ma nel frattempo si prepara alla possibilità di una “hard Brexit”, un’uscita dalla Ue senza accordo. Ieri la premier Theresa May ha riunito i suoi ministri che hanno approvato all’unanimità un piano d’azione in caso di “no deal”. «Bisogna essere onesti - ha dichiarato Dominic Raab, ministro responsabile per l’uscita dalla Ue -. In caso di mancata intesa, almeno sul breve termine dovremo affrontare rischi e problemi. Il piano punta a gestire i rischi e mitigare i problemi».
E tuttavia la nuova tornata di “documenti tecnici” sulle conseguenze di un mancato accordo, pubblicata ieri dal Governo, sottolinea le difficoltà che imprese e cittadini britannici dovranno affrontare. Le 28 schede settoriali presentate, che si aggiungono alle 24 pubblicate a fine agosto, dimostrano che una hard Brexit in pratica comporterebbe ritardi, disagi, intoppi burocratici e costi aggiuntivi.
«Stiamo accelerando i preparativi per assicurarci che la Gran Bretagna continui a prosperare indipendentemente dall’esito dei negoziati» ,assicura Raab.I documenti però rivelano che, ad esempio, la patente di guida britannica non sarà valida in Europa e che i britannici dovranno tornare a pagare di più per usare il loro cellulare nei Paesi Ue.
Anche per le imprese britanniche le prospettive non sono rosee. Se vogliono fare fusioni o acquisizioni, i loro progetti saranno soggetti al duplice scrutinio delle autorità antitrust britannica e europea. Se vogliono esportare i loro prodotti dovranno assicurarsi che la Ue li giudica conformi e in regola, altrimenti non potranno varcare il confine. Londra continuerà a permettere importazioni di merci conformi alle regole Ue per un periodo di tempo, ma non si aspetta reciprocità in materia.
Le imprese britanniche dovranno anche stare attente allo scambio di dati con i loro clienti in Europa per non violare le norme Ue sulla privacy. I documenti dimostrano che un «no deal Brexit colpirebbe le imprese come una mazza - ha dichiarato Carolyn Fairbairn, direttore generale della Cbi, la Confindustria britannica. – I costi aggiuntivi, la duplicazione di permessi e certificati e le interruzioni nel flusso di dati danneggerebbero l’economia».
Per i cittadini britannici abituati a viaggiare in Europa cambieranno molte cose. I limiti sui costi del roaming imposti dalla Ue cesseranno, quindi pagheranno conti più salati. Il porto d’armi europeo non sarà più valido e chi vuole portarsi dietro un’arma dovrà ottenere un nuovo permesso. Chi vuole guidare dovrà procurarsi una patente di guida internazionale, mentre i cittadini Ue potranno tranquillamente continuare a guidare in Gran Bretagna.
Chi ha votato per Brexit avrà almeno la soddisfazione di vedere sparire il termine “Unione Europea” dai passaporti britannici già dal 29 marzo 2019, ma dovrà attendere fino a fine anno per poter avere il nuovo passaporto britannico, non più bordeaux ma “blu imperiale”.