E le aziende americane fanno il conto dei danni
Pochissimi accettano l’invito di Trump di tornare a produrre negli States
Ogni volta che Trump invia un “tweet”, digita sul suo iPhone. Proprio con un “tweet” il presidente pochi giorni fa è tornato a chiedere ad Apple di riportare tutta la produzione in terra americana: «I prezzi di Apple aumenteranno per gli alti dazi che stiamo per imporre alla Cina ma c’è una semplice soluzione per evitarle a ZERO tasse, anzi con incentivi fiscali. Venite a produrre negli Stati Uniti e non in Cina». L’iPhone pesa per oltre il 50% sui ricavi Apple, circa 30 miliardi $ a trimestre. Va a ruba in Cina, molto ricercato dalla classe media emergente che agli apparecchi di marche locali preferisce i prodotti premium occidentali. Una nuova alzata di muri tariffari rischia di pesare enormemente su Apple. Un boomerang sia in termini di aumento del costo del lavoro, con gli stabilimenti negli Usa, di almeno il 20% secondo gli analisti di Bank of America. E sia in termini di perdita di quote sul vivace mercato cinese, per gli inevitabili rincari del prezzo di vendita.
AmCham China, l’associazione che rappresenta il maggior numero di aziende Usa in Cina (vedi articolo sopra) ha inviato una richiesta alla Casa Bianca contro i nuovi dazi. Per dare più forza alla richiesta, la Camera di commercio americana in Cina ha presentato i risultati di una ricerca effettuata tra il 29 agosto e il 5 settembre su 430 associati, società americane che operano in Cina: due terzi di loro ritengono che quest’estate il loro business sia stato danneggiato dalla prima tranche di 50 miliardi di dazi anti-cinesi varata dall’amministrazione Trump. E solo il 6% sta considerando seriamente la possibilità di tornare a produrre negli States, spostando i loro stabilimenti come richiesto dal presidente.
La scorsa settimana Trump ha detto che è pronto a imporre nuove tariffe commerciali su 267 miliardi di prodotti cinesi, che andrebbero ad aggiungersi ai 200 miliardi attesi per l’autunno. Gli uomini d’affari americani che operano in Cina sperano che il presidente ci ripensi. Se Washington dovesse confermare i nuovi dazi, Pechino è pronta a imporre, a sua volta, un aumento delle tariffe del 25% sulle importazioni di 5.207 prodotti americani.