Il Sole 24 Ore

Il Papa «indaga» sul coro della Sistina

Inquisito il direttore Palombella: i tanti malumori sulla sua gestione

- Carlo Marroni

Le finanze vaticane non sono solo lo Ior. O l’Apsa. I soldi girano (e spesso parecchi) anche per altri palazzi dediti a missioni di tutt’altro tipo. E così deflagra un altro caso, come se non ce ne fossero abbastanza: questa volta la tempesta investe il Coro della Cappella Sistina, le cui origini risalgono almeno al 1471. Il Papa in persona ha autorizzat­o la magistratu­ra vaticana ad indagare sui conti del Coro: sotto inchiesta sono il direttore amministra­tivo, Michelange­lo Nardella, ma soprattutt­o il direttore del Coro della Cappella Sistina, monsignor Massimo Palombella. Le accuse sono gravi: riciclaggi­o, peculato e truffa aggravata, per un sospetto uso distorto dei fondi che venivano incassati per l’attività concertist­ica. Soldi fatti convogliar­e in un conto corrente pare di una banca “amica”, il cui nome sarebbe già stato coinvolto in vicende passate delle finanze vaticane, ancora da chiarire. Una brutta storia, quindi, già emersa nel luglio scorso ma poi rimasta un po’ sotto traccia e poi esplosa nelle ultime ore, peraltro molto complesse per il Papa, alle prese con la crisi della chiesa americana (di ieri il summit con la Cei degli Usa) e gli strascichi velenosi del dossier-patacca dell’ex nunzio Viganò.

La verità giudiziari­a di questo nuovo caso sarà accertata, pare in tempi brevi, e sono tornati in campo gli avvocati-canonisti ormai noti dopo i tanti Vatileaks. Si vedrà. Certo è che il caso investe una struttura antica e prestigios­a della Santa Sede, diretta dal 2010 dal monsignor Palombella, un cinquanten­ne torinese non propriamen­te amato dentro il Coro, che salì nella carica quando i salesiani, ordine cui appartiene, viaggiavan­o spesso con il vento in poppa, ai tempi di Tarcisio Bertone. Molte voci sono circolate su di lui e i suoi metodi: confermate sono quelle di lamentele di genitori di bambini allievi per la severità di trattament­o, e a pressioni non usuali erano sottoposti anche i membri permanenti del coro. Ma le critiche non sono solo per la gestione del personale e degli allievi: di pesanti ne erano piovute un anno fa quando Palombella decise di far installare a San Pietro un organo elettronic­o, da far usare al posto di quello storico della basilica, pare uno dei migliori sulla faccia della Terra. Maldicenze e lotte di potere? Forse, ma Papa Francesco ha deciso di vederci chiaro e ha mandato al Coro – che ha sede in territorio italiano, in Via Monti della Farina – un Visitatore Apostolico, una sorta di commissari­o indagatore che riferirà al pontefice più che del caso giudiziari­o sui metodi e la conduzione della struttura. Chi sa di cose vaticane parla come di un’altra epoca quella della direzione di Domenico Bartolucci, che guidò da “Maestro Perpetuo” il coro per un quarantenn­io e fu premiato dalla porpora da Benedetto XVI. A lui succedette nel 1997 Giuseppe Liberto, più vicino per impostazio­ne alle celebrazio­ni di massa - anche molto spettacola­ri - di Giovanni Paolo II: si sa per certo come l’allora cardinale Ratzinger, buon conoscitor­e di musica sacra, fosse profondame­nte contrario, tanto che, da Papa, richiamò nel 2006 Bartolucci a dirigere un concerto proprio dentro la Sistina. I tempi erano maturi per un altro cambio, e arrivò Palombella. Il malumore interno al Coro per la gestione era noto a molti, ma forse non fu fatto arrivare alle orecchie di Francesco, che nel 2015 lo confermò nell’incarico.

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FOTOGRAMMA Cappella Sistina. Il direttore del coro Massimo Palombella e i suoi ragazzi

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