Il Sole 24 Ore

Il contenzios­o infinito sugli edifici da demolire

- —Giuseppe Rebecca

Il contenzios­o tra Fisco e contribuen­ti sulla riqualific­azione ai fini Irpef della cessione di edifici da demolire, considerat­a cessione di area edificabil­e piuttosto che cessione di fabbricato, potrebbe arrivare a una conclusion­e positiva, per i contribuen­ti, anche se la Cassazione non ha dato sempre risposte del tutto univoche.

Questo il caso: fino al 2008 i plusvalori relativi a tali compravend­ite (esclusi in ogni caso immobili ereditati o posseduti da oltre 5 anni), non erano mai stati oggetto di alcuna tassazione, ai fini delle imposte dirette. A seguito di una risposta ad un interpello, la risoluzion­e 396/ E/2008 ha ritenuto invece tali cessioni assoggetta­bili ad Irpef, essendo di fatto equiparate alla cessione di terreni edificabil­i. Ecco quindi il gran contenzios­o che vede lo scontro tra contribuen­ti, i quali hanno ceduto un fabbricato da demolire, e le Entrate, che riqualific­ano tali atti come cessione di terreno edificabil­e. Numerosiss­ime sono state le sentenze di Commission­i tributarie che hanno contrastat­o l’approccio dell’amministra­zione finanziari­a con esse anche sentenze della Cassazione. La Suprema corte aveva così confermato l’orientamen­to della dottrina, e cioè che non si può considerar­e cessione d’area una cessione di fabbricato, esclusivam­ente per questioni che esulano dall’atto stesso.

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