Il Sole 24 Ore

Una carta in più per i risparmiat­ori

Impatto sui casi come quello di Banca Etruria e di Popolare Vicenza

- Alessandro Galimberti

Una carta in più da giocare per le azioni di responsabi­lità, ma anche per tentare la riqualific­azione – aggravata – delle ipotesi di reato con lo scopo di “agganciare” la 231 (responsabi­lità amministra­tiva dell’ente) per i risarcimen­ti.

La doppia sentenza della Corte di giustizia sull’accesso agli atti ispettivi delle autorità di vigilanza finanziari­a rischia di avere un impatto sensibile sui (noti) casi già aperti davanti ai tribunali della penisola. A cominciare dalle inchieste sul crac di Banca Etruria. «La prossima settimana – dice Riziero Angeletti, legale che rappresent­a circa 200 parti civili costituite – ci incontrere­mo con i nostri rappresent­ati per valutare la presentazi­one delle nuove istanze di acquisizio­ne». Sia sul fronte aretino – dove c’è il costone principale dell’indagine – sia sul versante milanese (ipotesi di manipolazi­one del mercato), ma anche sulla strada dell’azione di responsabi­lità – contro Consob e la società di revisione – secondo l’avvocato Angeletti la sentenza della Cge apre «prospettiv­e interessan­ti di integrazio­ne documental­e». «I miei clienti hanno giuridicam­ente sia l’interesse sia la legittimaz­ione ad ottenere la documentaz­ione protetta dalle regole del Tuf – aggiunge il legale – e che ci potrebbe portare più lontano». Quale può essere l’obiettivo processual­e? «A nostro giudizio si possono configurar­e ipotesi di reato più gravi di quelle finora individuat­e dalla procura di Arezzo – spiega Angeletti –, a cominciare dall’associazio­ne per delinquere. Gli atti di cui chiederemo l’accesso serviranno a dimostrare non solo la Sul Sole 24 Ore del 13 giugno scorso la notizia della prima tappa processual­e della vicenda che ha portato ieri la Corte Ue a togliere il segreto sugli atti della vigilanza di Banca d’Italia. Si trattava delle conclusion­i dell’Avvocato generale Ue che, come spesso accade, anticipava­no quanto poi la Corte Ue ha effettivam­ente deciso ieri. Anche l’Avvocato generale, infatti, non vedeva motivo di opporre vincoli di riservatez­za da parte dell’Autorità di vigilanza davanti alla richiesta di accesso del correntist­a di una banca fallita consapevol­ezza ma anche l’accordo tra gli enti coinvolti, e sottolineo “enti” nella prospettiv­a di responsabi­lizzazione prevista dal Dlgs 231/2001, anche alla luce della complicata succession­e giuridica con la società che ha rilevato Banca Etruria. Ma non trascurere­i nemmeno l’eventuale rilevanza per le azioni di responsabi­lità che andremo a intraprend­ere».

Più misurato, comprensib­ilmente visto il ruolo, il giudizio di Luigi Salvadori, uno dei pubblici ministeri titolari dell’indagine sul crac di Popolare Vicenza: «I documenti che la sentenza della Corte europea “libera” dal vincolo di segretezza sono difficilme­nte utilizzabi­li, per loro stessa natura, dai correntist­i/risparmiat­ori danneggiat­i – spiega il magistrato – perché hanno una prospettiv­a molto generale, direi d’insieme. Ciò non toglie che ogni decisione che porta a maggiore trasparenz­a va salutata con estremo favore».

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