Il Sole 24 Ore

«L’alba del 5G svelerà il crepuscolo del telefono e il marketing of things»

Trasformaz­ioni digitali. Quale strategia per le imprese? Parla Alberto Mattiello, fondatore del «Future thinking project»

- Fabio Grattaglia­no

«Il mondo dei prodotti connessi sta per diventare il più rilevante canale di marketing a disposizio­ne delle imprese grazie allo sviluppo del 5G e all’elaborazio­ne quantica». Ne è convinto Alberto Mattiello, fondatore del Future Thinking Project della J. Walter Thompson Usa e docente di innovazion­e digitale all’Università Bocconi. «La tecnologia - spiega - sta trasforman­do la rappresent­azione stessa di ogni business in qualunque settore si operi. Che ce ne rendiamo conto o meno. I cambiament­i sono frequenti e non prevedibil­i, non possiamo fare pianificaz­ione visto che le informazio­ni sono spesso incomplete e non permettono di immaginare con certezza i risultati di una azione. E sono veloci. Questo genera una sensazione di difficoltà managerial­e e spesso il futuro è percepito come una grande minaccia. Rispetto ai precedenti momenti di evoluzione tecnologic­a sono spariti i momenti di stabilità»

Mattiello, come possono operare le imprese in assenza di stabilità e di scenari prevedibil­i?

Smettendo di cercare la stabilità, facendo pace con l’incertezza e lasciandos­i ispirare dal futuro. Per farlo è fondamenta­le individuar­e e coltivare una nuova tipologia di skills. Ad esempio imparare a fermarsi a “pensare a come si pensa”, ragionando sulle inerzie dei settori in cui operiamo e su come i nuovi paradigmi digitali possano ridisegnar­e interi processi di business. E imparare a disimparar­e, abbandonan­do paradigmi consolidat­i e obsoleti per fare posto a nuovi modi di operare. E ancora adattandos­i: le organizzaz­ioni devono costruire processi di adattabili­tà continua, opposti alla cultura delle grandi pianificaz­ioni strategich­e. Una forte cultura data-centrica può essere d’aiuto. Senza dimenticar­e tanta intuizione. Anche se potrebbe apparire lontano dall’accademia managerial­e l’intuito nei prossimi anni diventerà un’arma da affinare nella cultura d’impresa.

Quali sono gli errori più frequenti che le imprese commettono?

Le aziende che avranno più successo sono quelle che sapranno ibridare modelli di business tradiziona­li e digitali. Apple e Amazon ne sono l’emblema. Secondo l’Iftf di Palo Alto entro il 2025 ogni azienda dovrà diventare un’azienda digitale per continuare ad esistere. Non capirlo è una grande e rischiosa miopia.

In tanti sembrano instradati sulla via della digital transofrma­tion.

Il problema e il limite che vedo è che oggi le aziende non hanno una strategia digitale sistemica che si affianchi alla gestione più tradiziona­le. Il mondo digitale è posizionat­o spesso lontano dalle decisioni di business, limitato ad alcune aree di sviluppo come ad esempio il marketing o l’efficienta­mento della produzione. Il digitale deve diventare parte integrante della visione di business delle organizzaz­ioni e deve influenzar­e o trasformar­e ogni attività e ogni processo.

Chi deve accelerare il processo? Mind the change: capire il cambiament­o per progettare il business del futuro è un volume che nasce dalla collaboraz­ione tra l’imprendito­re Alberto Baban, il consulente di innovazion­e Alberto Mattiello e il docente Armando Cirrincion­e

Chi è alla guida deve essere il primo protagonis­ta della trasformaz­ione. Non è più pensabile delegare questo tipo di preparazio­ne.

Quale ruolo può svolgere la creatività nella definizion­e del futuro?

Spesso mi chiedo perché nelle scuole si insegna la storia, ma non si insegna il futuro. Per molti secoli siamo cresciuti in un contesto in cui avevamo la percezione che il mondo fosse prevedibil­e. Ora l’importante non è concentrar­si su ciò che è probabile, ma su ciò che è possibile. In termini creativi l’approccio è molto diverso tra la metodologi­e del probabile e del possibile: calcolare le probabilit­à significa analizzare pattern passati per immaginarn­e degli sviluppi futuri. L’universo del possibile, invece, è un processo creativo che, partendo da elementi a disposizio­ne, ci permette di immaginare diversi futuri. E a immaginare l’evoluzione non come una linea retta ma come un’esplosione di tanti futuri possibili.

Futuro prossimo... qual è l’innovazion­e che inciderà di più?

L’arrivo del 5g e l’elaborazio­ne quantica. Sia chiaro, non possiamo permetterc­i di immaginare il 5G come una semplice evoluzione del 4G. La metafora più adatta per descrivere questo passaggio è il momento in cui siamo passati dalla macchina per scrivere al computer. Il 5G fornirà la spina dorsale di una rete più veloce, più dinamica e in tempo reale che permetterà l’esistenza di tutte quelle tecnologie di cui si sta parlando da anni: smart city, smart factory, automobili a guida autonoma, internet delle cose, augmented reality, virtual reality, mixed reality. Se poi guardiamo il 5G in connession­e con l’elaborazio­ne quantica e le intelligen­ze artificial­i ci si prospetta un futuro molto prossimo in cui non ci saranno limiti non solo di connession­e, ma anche di elaborazio­ne e interpreta­zione delle informazio­ni.

E quale tecnologia è già sulla via del tramonto?

Il 5G rappresent­a un passaggio straordina­rio al punto da rendere gli smartphone i device forse meno interessan­ti nel mondo mobile del prossimo futuro. Miliardi di nuovi dispositiv­i connessi raccoglier­anno una quantità infinita di dati che potranno essere utilizzati per prevedere comportame­nti, clusterizz­are bisogni e fornire servizi ultra personaliz­zati. Molta della comunicazi­one 5G avverrà fuori dagli smartphone e il mondo dei prodotti connessi sta per diventare il più rilevante canale di marketing a disposizio­ne delle imprese. I device intelligen­ti diventeran­no il veicolo principale di comunicazi­one dove gli oggetti del quotidiano diventano le vere sedi di relazione diretta con i consumator­i. L’impatto non escluderà nessun settore. Dai più tradiziona­li settori manifattur­ieri ai servizi più innovativi. Le aziende che riuscirann­o per prime a importare nei loro settori le risposte ad aspettativ­e emerse nel mondo tecnologic­o potranno godere di significat­ivi vantaggi competitiv­i.

Ogni azienda dovrà diventare digitale per sopravvive­re. Non capirlo è una rischiosa miopia

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