Il Sole 24 Ore

BALZO DELL’EURO IN SCIA AL CALO DELL’INFLAZIONE NEGLI STATI UNITI

- di Vito Lops

L’euro ha registrato uno scatto netto di una figura da 1,16 a 1,17 alle 14.30 di ieri. In quel momento il governator­e della Bce, Mario Draghi, ha avviato la consueta conferenza che segue le decisioni del consiglio direttivo (alle 13.45 la Bce ha comunicato che i tassi restano invariati a 0). Ma nello stesso momento, mentre Draghi iniziava il suo discorso preparando­si a rispondere alle domande dei giornalist­i, dagli Usa è arrivato il dato flash sull’inflazione del mese di agosto: +0,2%, in calo rispetto al +0,3% atteso. Su base annua, l'indice dei prezzi al consumo è salito del 2,7% rispetto all'anno precedente; il consensus si aspettava +2,8%, mentre il dato precedente era +2,9%. È stato questo dato a far scattare subito l’euro, più per l’effetto opposto di indebolime­nto del dollaro che non per notizie legate alla moneta unica.

Nei minuti a seguire le parole di Draghi - che ha rivisto al ribasso la crescita dell’Eurozona per il 2018-2019 al 2% e 1,8% ma ha anche indicato una buona crescita dei salari e della domanda interna nell’area euro- non hanno dato un ulteriore spinta al cambio che piuttosto è leggerment­e arretrato a quota 1,168 chiudendo comunque la seduta con un interessan­te apprezzame­nto intorno al mezzo punto percentual­e.

I dati sull’inflazione Usa rilanciano il dubbio degli investitor­i sulla stretta della Fed a dicembre. A differenza di quella del 26 settembre, non è del tutto scontata.

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