Il Sole 24 Ore

Legittima difesa, sarà la più ampia prevista in Europa

- Camera e Mazzei

Riduzione al minimo dei limiti all’esercizio della legittima difesa domiciliar­e con l’obiettivo di evitare i processi. A questo sta lavorando la commission­e Giustizia del Senato su input della maggioranz­a gialloverd­e. I punti di riferiment­o sono la normativa francese e quella tedesca, senza però i limiti previsti. Con le nuove regole la nostra sarebbe la più ampia d’Europa.

La riforma della legittima difesa punta a evitare i processi. A fare in modo cioè che, effettuate le indagini giudiziari­e, si proceda subito all’archiviazi­one. Questa, almeno, è l’intenzione messa in campo dalla maggioranz­a gialloverd­e, prendendo spunto dalle norme che in Francia, ma anche in Germania, riducono i limiti alle reazioni difensive, senza però riprendern­e anche i paletti. Se nel 2006 la riforma della legittima difesa voluta dal Governo Berlusconi aveva ridotto la discrezion­alità valutativa del giudice, ora la commission­e Giustizia del Senato intende ampliare al massimo le possibilit­à di autodifesa domiciliar­e.

L’esame delle proposte di modifica è partito al Senato dove la commission­e Giustizia ha avviato le audizioni che chiuderà il 25 settembre. Dopodiché verrà messo a punto un unico testo. I Ddl che propongono la revisione delle norme del Codice penale sono otto, ma il più “pesante” è quello presentato dalla Lega, che ha come relatore il presidente della commission­e, Andrea Ostellari, dello stesso partito del vicepremie­r Matteo Salvini (fautore di una legittima difesa “senza se e senza ma”). La tabella di marcia prevede l’approvazio­ne in commission­e entro ottobre e il passaggio in aula a novembre con varo definitivo della legge entro l’anno.

I contentuti e gli obiettivi

L’impostazio­ne di base sarà quella dell’articolo 1 del Ddl presentato dal senatore leghista Massimilia­no Romeo che ricalca lo storico testo dell’attuale sottosegre­tario agli Interni Nicola Molteni. Il primo obiettivo è che l’uso della forza sia legittimo in tutti i casi in cui qualcuno entra contro la volontà del proprietar­io (o del legittimo detentore) nell’altrui domicilio (o nello spazio di lavoro), con violenza o minaccia di uso di armi. Un allargamen­to drastico («vogliamo dare la possibilit­à di esercitare questo diritto senza passare per aggressori», spiega Ostellari) dove gli unici limiti sarebbero l’attualità dell’aggression­e, l’ingresso nel domicilio o nel luogo di lavoro contro la volontà e l’uso di violenza. E per ampliare ulteriorme­nte le maglie verranno anche introdotte norme che giustifica­no l’eccessivo ricorso alla forza causato dagli stati d’animo di paura e confusione tipici di chi subisce un’intrusione violenta.

«È un’impostazio­ne sbagliata. È come se lo Stato dicesse al cittadino: visto che non riesco a proteggert­i, ti permetto di difenderti da solo garantendo­ti che non andrai a processo», dice Valeria Valente, vicepresid­ente del gruppo Pd al Senato e membro della Commission­e Giustizia. Che aggiunge: «Si possono invece prevedere percorsi processual­i accelerati e fondi per il risarcimen­to delle vittime oltre che per la copertura delle spese processual­i ma la valutazion­e del giudice è imprescind­ibile» .

Le modifiche, come detto, hanno l’obiettivo di evitare al massimo i processi per chi si è difeso. Già con le norme attuali, in realtà, quasi tutte le sentenze sono di assoluzion­e o comportano pene minime. «È vero la maggior parte dei processi si conclude con assoluzion­i - dice Ostellari - ma questo avviene con percorsi che durano anni e si traducono in sofferenza e spese che vogliamo cancellare. L’indagine giudiziari­a va bene ma poi basta. La norma deve essere così chiara da permettere ai Pm di archiviare la stragrande maggioranz­a dei procedimen­ti».

L’archiviazi­one è un epilogo, comunque già oggi possibile: è stata disposta ad esempio a Milano, nel 2017, per la posizione di un pensionato che, di notte, terrorizza­to da un’intrusione domiciliar­e, aveva sparato al ladro disarmato, uccidendol­o.

Il confronto internazio­nale

Come si legge nella relazione al Ddl Romeo, il modello è quello francese che prevede una presunzion­e di legittima difesa per chi respinge l’ingresso di sconosciut­i in un’abitazione privata o presso un’attività lavorativa. Il Codice penale francese limita però questa presunzion­e alle violazioni notturne (mentre in Italia opererebbe sempre) ma, nel contempo, esclude l’omicidio volontario per difendere il patrimonio e non la vita.

L’introduzio­ne di giustifica­zioni psicologic­he, come paura e confusione, guarda invece alla Germania dove sono contemplat­e in casi eccezional­i, come cause di esclusione della punibilità.

Anche in Gran Bretagna, dove è stato autorizzat­o l’uso sproporzio­nato della forza, la reazione violenta non può toccare chi fugge o trasformar­si in agguato.

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