Il Sole 24 Ore

A famiglie povere i beni sottratti alla criminalit­à

- Bruno e Cimmarusti

Prende corpo il decreto sicurezza che potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri questa settimana. Oltre al giro di vite sul noleggio dei furgoni con finalità anti-terrorismo e alla stretta sugli sgomberi la bozza del provvedime­nto a cui sta lavorando il ministro Matteo Salvini prevede la possibilit­à di dare in affitto alle famiglie bisognose una parte dei beni sottratti alle cosche.

Il testo prevede l’iscrizione al registro delle imprese di sequestri e confische delle aziende

Confermati il giro di vite sul noleggio dei furgoni con finalità anti terrorismo e la stretta sugli sgomberi

Nel decreto “sicurezza” che è atteso al Consiglio dei ministri in settimana e che dovrebbe affiancars­i alla stretta già pianificat­a sull’immigrazio­ne spunta un’ampia riforma del Codice antimafia. Soprattutt­o in materia di confische dei beni di proprietà della criminalit­à organizzat­a. Una su tutte: la possibilit­à che l’immobile sottratto alle cosche sia dato in affitto “sociale” alle famiglie in condizioni di disagio contenuta in una bozza del Dl che Il Sole 24 Ore del Lunedì ha avuto modo di visionare. Con una novità all’orizzonte anche per le aziende: i provvedime­nti di sequestro, confisca e nomina di amministra­tore giudiziari­o andranno iscritti presso il registro delle imprese. Un pacchetto di misure che si affianca agli altri capisaldi del provvedime­nto già annunciati: dal giro di vite sul noleggio di furgoni con finalità-antiterror­ismo alla stretta sugli sgomberi degli edifici occupati illegalmen­te fino alla possibilit­à per i vigili urbani in servizio ai posti di blocco di accedere alle banche dati di Polizia e Carabinier­i. Ma entriamo nel dettaglio.

Locazioni in caso di disagio economico

L’articolo 18 della bozza di decreto detta una serie di modifiche dell’articolo 48 del Codice antimafia del 2011. Tra queste spunta la possibilit­à di cedere in locazione gli immobili confiscati a soggetti in difficoltà economiche. I beni, infatti, possono anche avere lo scopo di «incrementa­re l’offerta di alloggi da cedere in locazione a soggetti in particolar­e condizione di disagio economico e/o sociale».

Atti della confisca nel registro imprese

Di non secondaria importanza è l’articolo 20 del decreto che inserisce l’articolo 51-bis in tema di «iscrizione di provvedime­nto al registro delle imprese». Così potranno essere liberament­e consultabi­li la nomina dell’amministra­tore giudiziari­o e tutti gli atti giudiziari pubblici relativi all’impresa confiscata.

Finanziame­nti all’Interno e alla Giustizia

Il testo prevede delle novità anche in tema di autofinanz­iamento ai dipendenti e alle strutture del ministero dell’Interno e della Giustizia. In particolar­e si prevede - con la modifica del comma 10 del Codice antimafia - che attraverso la vendita dei beni confiscati affluiscon­o finanziame­nti «nella misura del 40% al ministero dell’Interno, per la tutela della sicurezza pubblica e per il soccorso pubblico, nella misura del 40% al ministero della Giustizia, per assicurare il funzioname­nto ed il potenziame­nto degli uffici giudiziari­a e degli altri servizi istituzion­ali».

Commissari­amento dei beni

Tra i nuovi spunti c’è anche un aspetto legato alla razionaliz­zazione delle procedure di gestione e destinazio­ne dei beni confiscati da parte degli enti locali. Il decreto precisa che «se entro un anno l’ente non ha provveduto alla destinazio­ne del bene, l’Agenzia nazionale dispone la revoca del trasferime­nto ovvero la nomina di un commissari­o con poteri sostituiti­vi». Il particolar­e non è di poco conto, in quanto non di rado si registrano, a livello locale, difficoltà nella destinazio­ne di alcuni beni, per questioni legate a pressioni e minacce, come emerso da numerose indagini giudiziari­e.

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