LE CRITICITÀ/1
Le deleghe singole
Il sistema di delega all’intermediario per l’emissione della fattura elettronica è ancora complesso: sui moduli è richiesta la firma autenticata, fotocopie del documento e la ricongiunzione “manuale” dei codici di accesso al sistema tra intermediario e contribuente. Questo costringe gli intermediari a procedere, cliente per cliente. Servirebbero semplificazioni che consentono invii massivi.
Le notazioni sul registro
La normativa Iva del 72, nata in era “cartacea” prevedeva per agevolare i controlli la trascrizione con un numero di protocollo sul registro Iva delle fatture passive. La fattura elettronica nasce già interamente tracciata con un ‘ “impronta” che ne garantisce integrità e identità di emittente e ricevente tale da permettere ogni controllo. Ma l’obbligo di trascrizione sul registro Iva resta in piedi per i soggetti in contabilità ordinaria.
I codici mancanti
Le aziende che erogano servizi a rete (acqua, luce e gas) possono ancora avere clienti attivi (dunque non morosi) con contrattati vecchissimi aperti senza codice fiscale. In questo caso è impossibile emettere fattura elettronica perché il codice fiscale è un elemento necessario. Il fenomeno è marginale in percentuale, ma di fatto, riguarda ancora migliaia di utenti e non esistono procedure efficaci per spingere alla comunicazione del codice fiscale.
I tempi stretti
La fattura elettronica va inviata allo Sdi entro 24 ore dalla emissione. Un tempo che potrebbe non bastare soprattutto se si delegano intermediari (commercialisti o patronati ) che potrebbero non riuscire a garantire il rispetto dei tempi soprattutto in prossimità dei giorni prefestivi e festivi. Si pensi a ristoranti, taxi e ogni altra attività in esercizio sette giorni su sette che sceglie di delegare un intermediario con orari “tradizionali”.