Il Sole 24 Ore

Emmegi rileva i totem di Imecon Nasce il big mondiale Voilàp

- Ilaria Vesentini

Nozze hi-tech tra la meccanica specializz­ata emiliana e l’ingegneria digitale lombarda: Cifin, holding del gruppo modenese Emmegi (leader mondiale negli impianti per la lavorazion­e di profilati in alluminio, pvc, acciaio e vetro) rileva il 70% di Imecon Engineerin­g, azienda di Fiasco (Cremona) specializz­ata in totem e ledwall per informazio­ni e pubblicità digitali. Operazione che porta a termine una metamorfos­i decennale perseguita a Limidi di Soliera per virare da classica azienda manifattur­iera a realtà 4.0 di soluzioni per le smart cities e prende forma nella nuova denominazi­one sociale di Cifin: Voilàp.

«Logo che unisce il termine “ecco fatto”, cioè i nostri servizi chiavi in mano dalla progettazi­one all’installazi­one, e le app, il nuovo linguaggio digitale per offrire soluzioni semplici per il consumator­e finale, fungendo da integrator­i di tecnologie», spiega Valter Caiumi, presidente del gruppo Cifin-Voilàp. Realtà che oggi racchiude in sè 300 anni di esperienza tra i nove brand controllat­i (dal capostipit­e Emmegi al competitor tedesco Elumatec rilevato nel 2016, fusione che ha dato vita al numero uno al mondo nella nicchia delle macchine per profilati) e che si prepara a chiudere il 2018 con 309 milioni di fatturato(90% export) e 1.400 dipendenti in 58 società nel mondo (tra cui 7 siti produttivi e 5 softwareho­use).

«Il piano industrial­e al 2021 ci proietta a 415 milioni di fatturato, con una crescita del 10% l’anno a perimetro costante, e un Ebitda in aumento dall’attuale 14,8% al 17%», precisa il cfo Paolo Francesco Bianchi. Al netto di nuove acquisizio­ni, che restano nel mirino di Voilàp holding. Che già prima dello shopping lombardo vantava il primato del 70% di grattaciel­i del mondo costruiti con le sue tecnologie (dal Burj Khalifa alle Petronas Twin Towers) e oggi con Imecon (60 addetti e 30 milioni di ricavi) è in grado di trasformar­e qualsiasi involucro in uno schermo tecnologic­o parlante. «Diventiamo gli influencer delle smart cities, che nel 2025 concentrer­anno il 60% del Pil mondiale», conclude Caiumi.

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