Resa dei conti in Carige, testa a testa per il board
Oggi si riunisce l’assemblea per il rinnovo del consiglio: prevista un’affluenza record Dal giudice ok a tutte le liste ma il patto di Mincione avrà soltanto il 9,99% La Bce torna a ribadire la necessità di rafforzare il capitale e valutare l’M&A
Alla vigilia dell’assemblea di Carige, il Tribunale di Genova ha accolto solo in parte il ricorso presentato da Malacalza per chiedere che la lista per il rinnovo del cda presentata dal patto che fa capo al finanziere Raffaele Mincione non fosse ammessa al voto dell’assemblea che si svolge oggi. Ieri il giudice ha disposto che la lista sia ammessa «come rappresentativa di diritti di voto» pari «al solo 9,99% del capitale sociale», anziché al 15,198%, previsto dal patto. Tenuto conto che Malacalza ha il 27,55% e che con Mincione potrebbero votare i fondi e le quote cedute da Unipol e Chenavari, in assemblea - dove è prevista un’affluenza record - si delinea un testa a testa con un ruolo decisivo per la lista Assogestioni.
Ieri a tarda sera, intanto, Carige ha comunicato che la Bce con una lettera inviata il 14 settembre ha ribadito la necessità di approvare un nuovo piano di rafforzamento del capitale entro il 30 novembre da completarsi entro fine anno. Un piano che secondo la Bce dovrebbe valutare anche un’aggregazione, in presenza della quale la Vigilanza potrebbe concedere più tempo per il rafforzamento stesso.
Ultima rimescolata di carte prima dello showdown fra azionisti che si consuma oggi all’ assemblea di Carige, convocata per il rinnovo del cd a. A dettare le regole che faranno da cornice allo scontro, ci ha pensato il tribuna ledi tG e nova, dopo il ricorso di Malacalza (col 27,55% delle quote) che chiedeva l’inibizione dell’ammissione al voto per la lista di candidati amministratori espressione del patto trai soci creato sotto l’ egida di Pop 12 (che fa capo al finanziere Raffaele Mincione), di cui fanno parte anche Compania Financiera Lonestar (Gabriele Volpi) e Spininvest (Spinelli).
Ieri il giudice Lorenza Calcagno ha scritto nella sentenza che «accoglie il ricorso» di Malacalza e «dispone che Carige, o il presidente dell’assemblea ordinaria degli azionisti »,fissata per oggi, «ammetta la lista presentata da Pop 12 come rappresentativa di diritti di voto» pari «al solo 9,99% del capitale sociale», anziché al 15,198%, previsto in origine dal patto. La decisione è in linea con l’indicazione data, nei giorni scorsi, da Bankitalia.
Il tribunale ha dato ragione a Mala calza che evidenzia vaco mela mancata richiesta di autorizzazione aB ce rappresenti«una violazione della disciplina bancaria ». Mah a anche rigettato, come spiegano gli avvocati della Lo ne star, Stefano Piovani e Carmine Celenza, la domanda del ricorrente che chiedeva l’ inibizione della lista presentata da Pop 12 el a sospensione dei diritti di voto dei pattis tic on riferimento all’ intera partecipazioneda questi complessivamente detenuta. L ali stadi Mincio ne, dunque, ricorda il legale, «in quanto ammessa potrà essere votata anche da tutti gli altri azionisti della banca, senza alcuna limitazione ». A questo punto, congelato il 5,2% circa di quote del capitale detenuto dal patto, bisogna vedere quali mosse hanno in serbo ipattis ti per garantire voti extra alla loro lista. Secondo fonti finanziarie, a favore del patto potrebbero andare le quote cedute a suo tempo, in parte sul mercato in parte ai blocchi, da Chenavari (8%) e Unipol (3,9%), paria circa il 12%. Quo teche, insiemeforse ad altre, sarebbero in mano a fondi e le gal entity pronti ad appoggiare Mincio ne, ilqu alesi è servi todi Morrow Sodali perr accogliere deleghe. All’assemblea di oggi si sarebbe iscritta, tragli altri, una persona fisica originaria di Lodi che detiene il 2% di Carige. Bisognerà anche valutare in quanti voteranno la lista di Asso gestioni, suggerita dai i proxy Iss e Glass Lewis.
Ieri a tarda sera, intanto, Carige ha comunicato che la Bce con una lettera inviata il 14 settembre ha ribadito la necessità di approvare un nuovo piano di rafforzamento del capitale entro il 30 novembre da completarsi entro fine anno. Un piano che secondo la Bce dovrebbe valutare anche un’aggregazione, in presenza della quale la Vigilanza potrebbe concedere più tempo per il rafforzamento stesso.