Blockchain e materie prime, al via due piattaforme aperte
Lancio commerciale a novembre, col sostegno di banche e big del petrolio
Dopo una serie di esperimenti di successo, la blockchain parte alla conquista dei mercati delle materie prime. Da novembre saranno operative due nuove piattaforme basate sulla tecnologia resa celebre dal Bitcoin: una focalizzata sulle operazioni di trade finance, come l’emissione di lettere di credito, e l’altra dedicata agli scambi fisici di commodities (inizialmente solo di carichi di petrolio nel Mare del Nord).
Entrambi i sistemi saranno accessibili a chiunque sia interessato ad utilizzarli. Ed entrambi hanno alle spalle un folto e potente gruppo di protagonisti del settore, requisito che costituisce un buon viatico per il successo: tra i soci ci sono molte delle banche più attive nei servizi per il commercio internazionale, affiancate da major petrolifere e alcune grandi società di trading di materie prime.
Grazie alla blockchain promettono di offrire operazioni più semplici, più sicure e soprattutto molto più veloci ed economiche rispetto a quelle eseguite con i metodi tradizionali. A consentirlo è la natura stessa della tecnologia: la «catena dei blocchi» è un registro digitale pubblico distribuito, in cui ogni transazione (e ogni informazione) viene convalidata, verificata e custodita per sempre, senza che sia possibile alterarla. Quando si tratta di trasferire preziosi carichi di materie prime da un angolo all’altro del pianeta, tempi, costi e rischi si possono ridurre in modo significativo.
Ci sono ben nove istituti di credito a sostenere komgo, la piattaforma di trade finance, con sede a Ginevra, che impiegherà la tecnologia Ethereum. In rigoroso ordine alfabetico, sono Abn Amro, Bnp Paribas, Citi, Crédit Agricole, Ing, Macquarie, Mitsubishi Financial, Natixis, Rabobank e Société Générale. Tre di queste banche (Abn, Ing e SocGen) partecipano anche a Vakt, la società per gli scambi di materie prime, che invece ha stabilito il quartier generale a Londra. Tra gli azionisti comuni ci sono anche Royal Dutch Shell (attraverso Shell Trading), una delle compagnie tradizionalmente più attive sul mercato fisico del petrolio, e tre importanti società che commerciano in commodities: Gunvor, Mercuria e Koch Supply & Trading.
In entrambi i casi mancano però all’appello i tre giganti globali del trading, Glencore, Vitol e Trafigura. E ci sono assenze importanti anche sul fronte di Big Oil, anche se Vakt oltre a Shell coinvolge Bp e la norvegese Equinor (ex Statoil): un terzetto in grado di garantire un rapido decollo delle operazioni, in quanto controlla la maggior parte dei flussi di greggio nel Mare del Nord, il primo prodotto che sarà consentito scambiare sulla piattaforma, anche se presto c’è l’intenzione di affiancarlo al greggio americano trasportato via oleodotto e ai prodotti raffinati in consegna sui mercati nordeuropei. Nel corso del 2019, promette Vakt, le compravendite verranno via via estese anche ad altre materie prime.
Da parte di komgo, che conta tra i soci anche la società di certificazione Sgs, non ci sono invece preclusioni su nessun prodotto.