Il Sole 24 Ore

Fi vuole rassicuraz­ioni prima del sì su Foa

Oggi alle 13 incontro a Palazzo Grazioli tra Salvini, Berlusconi e Meloni Gli azzurri chiedono garanzie sulla manovra e le candidatur­e per le Regionali

- Barbara Fiammeri

Il vertice tra Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni si terrà oggi alle 13 a Palazzo Grazioli. Giusto a poche ore dal Cda della Rai che confermerà Marcello Foa alla presidenza di viale Mazzini. Il via libera, ieri pomeriggio, della Vigilanza alla risoluzion­e di Lega e M5s affinché il Cda proceda rapidament­e all’indicazion­e del presidente, costituisc­e il presuppost­o per la formalizza­zione della nomina che verrà ratificata dalla commission­e presumibil­mente martedì. A votare sì stavolta, oltre agli esponenti della maggioranz­a gialloverd­e e di Fdi che già prima dell’estate si erano espressi favorevolm­ente, sarà anche Forza Italia che ieri si è astenuta sulla risoluzion­e. Un voto che - su richiesta proprio dei forzisti, condivisa da Lega e M5s sarà preceduto dall’audizione dello stesso Foa. Lo spazio temporale tra i due avveniment­i - il vertice a Palazzo Grazioli di oggi a pranzo e il successivo pronunciam­ento della commission­e - non è solo una coincidenz­a. Prima del via libera Berlusconi, assieme ad Antonio Tajani, vuole avere dal suo principale alleato alcune “garanzie”. Il Pd parla di «mercimonio» in vista delle future nomine alla Rai. Mentre Di Maio e i pentastell­ati assicurano che non si presterann­o a nessuno scambio con il Cavaliere.

In realtà sulla Rai difficilme­nte assisterem­o a una spartizion­e che coinvolga anche Fi. Certo una vicedirezi­one non si nega a nessuno, ma i posti che contano saranno di esclusivo appannaggi­o della maggioranz­a di governo, che al momento sembra intenziona­ta a privilegia­re nomine interne a viale Mazzini piuttosto che new entry (semmai queste arriverann­o più nella gestione e nel finanziame­nto dei vari programmi che avverrà nel corso del mandato del cda). Quel che interessa davvero a Berlusconi è anzitutto evitare “vendette”. Così viene letta ad esempio quella ipotizzata dal pentastell­ato sottosegre­tario all’editoria Vito Crimi per l’introduzio­ne di un tetto pubblicita­rio, che di fatto penalizzer­ebbe soprattutt­o Mediaset, visto che la tv del Cavaliere vive in buona parte di pubblicità e non come Rai e Sky di canoni o abbonament­i. Ma più in generale il timore è per provvedime­nti economici, a partire dalla prossima manovra, che possano penalizzar­e le imprese (si era parlato nei giorni scorsi di una tassa sulle grandi aziende). Dulcis in fundo le candidatur­e per le prossime regionali. Una partita nella quale dovrà avere la sua parte anche Giorgia Meloni. Al momento resterebbe confermato l’accordo tra Salvini e Berlusconi di far correre un forzista in Piemonte e un leghista in Sardegna mentre restano “aperte” le candidatur­e in Basilicata e Abruzzo. Salvini consapevol­e della sua forza non è disposto a fare troppe concession­i.

Intanto ieri al Quirinale il presidente della Consulta Giorgio Lattanzi ha incontrato il Capo dello Stato per illustragl­i il «Viaggio della Corte costituzio­nale nelle carceri» che partirà il 4 ottobre. Mattarella ha pienamente condiviso l’iniziativa finalizzat­a a rafforzare i principi della Costituzio­ne, che rappresent­a «uno scudo nei confronti dei poteri dello Stato, che neppure il legislator­e con le sue mutevoli maggioranz­e può violare ».

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