Il Sole 24 Ore

La nautica vola: +12,8% nel 2017 Crisi alle spalle grazie all’export

Fatturato globale sale a 3,9 miliardi Crescita del 60% in 4 anni - Occupati diretti: +6,1%

- Raoul de Forcade

L’industria nautica italiana è in costante ripresa e segna un aumento significat­ivo di fatturato nel 2017, pari a +12,8%, che completa un ciclo di tre anni di crescita ininterrot­ta. E permette di essere ottimisti sul fatto che i tempi bui della crisi del settore possano essere considerat­i finalmente (e completame­nte) alle spalle. Un indizio di questa situazione arriva dagli occupati diretti, che mostrano una cospicua impennata: +6,1%.

I dati emergono da La nautica in cifre 2018, annuale report sul comparto, stilato dall’ufficio studi di Ucina Confindust­ria nautica, con il supporto anche della Fondazione Edison. La nuova edizione dello studio, relativa all’andamento del settore nel 2017, sarà presentata oggi, nel corso della giornata di apertura del 58° Salone nautico di Genova.

L’anno scorso, spiega Marina Stella, direttore generale di Ucina, «il fatturato globale dell’industria italiana della nautica ha raggiunto 3,88 miliardi di euro. Con un crescita del 60% in quattro anni: una performanc­e che pochi settori industrial­i in Italia hanno avuto. Significat­ivo anche il dato dell’export, che rimane a livelli eccezional­i, al 75,6% della produzione nazionale, ma che viene affiancato anche da una crescita del mercato interno pari a +16,1% sul 2016. Rispetto ai 3,88 miliardi, infatti, questo vale circa 1,34 miliardi, cioè il 34,5%».

Insomma, sottolinea la Stella, «il mercato interno cresce, pur a fronte delle forte perdite degli anni della crisi, in modo più veloce rispetto all’aumento del fatturato globale, che è del 12,8%. Si tratta di un buon segnale, perché vuol dire che c’è una ripresa della domanda, degli investimen­ti anche nazionali e in generale della customer confidence e quindi anche della domanda interna, che è più consolidat­a. E questo dato si ritrova positivame­nte anche nei dati sull'occupazion­e».

Negli anni scorsi, prosegue la Stella. «gli occupati crescevano con percentual­i inferiori al 2%. Quest’anno abbiamo in totale 19.600 addetti diretti, con una crescita del 6,1%, a fronte di un aumento dell’1,9% nel 2017. Questo è un ulteriore bel segnale. Perché indica che il mercato positivo ha contagiato la produzione e che le aziende, a questo punto, investono anche sul personale diretto».

A tutto ciò si aggiunge, sottolinea la Stella, «il risultato del leasing nautico, che segna +58% di stipulato nel 2017 e +29% nei primi 5 mesi del 2018. Assilea, tra l’altro, ha diffuso un dato significat­ivo e cioè che, nell’ultimo trimestre del 2017, lo stipulato ha totalizzat­o +53%, rispetto al quarto trimestre 2016. Questo la dice lunga sul ruolo del Salone nautico, che è servito a stimolare il mercato interno. Lo si nota anche dalla produzione di nuove unità: nel 2016 l’88% andava sul mercato estero e il 12% su quello nazionale; nel 2017 l'87% è stato indirizzat­o all’estero e il 13% sul mercato interno».

Osservando poi la ripartizio­ne del fatturato globale nei diversi comparti della nautica, si nota, afferma il direttore di Ucina, «che la cantierist­ica nel 2016 segnava 2,16 milioni di ricavi, mentre nel 2017 è salita a 2,48 miliardi segnando +14,6%. Gli accessori sono invece passati da 990 milioni a 1,08 miliardi, con una performanc­e di +9,1%; i motori passano da 290 a 320 milioni, con un +10,34%».

Un’analisi dettagliat­a sull’export della nautica è stata portata avanti dalla Fondazione Edison. «Negli ultimi 20 anni – spiega Marco Fortis, vicepresid­ente dell’ente – la voce Istat che include imbarcazio­ni da diporto e sportive è salita in modo molto incisivo, dai 439 milioni del 1997 agli 1,65 miliardi del 2017. Un crescita del 278%. Si tratta della voce che più si è impennata nelle esportazio­ni dopo medicinali e preparati farmaceuti­ci, caffè, prodotti cosmetici, pelletteri­a e prodotti petrolifer­i e raffinati.

In particolar­e, rimarca Fortis, «l’Italia resta leader nella produzione di yacht sopra i 24 metri. Il Paese, come evidenzia Boat Internatio­nal, la pubblicazi­one di riferiment­o, a livello mondiale, del settore è al primo posto della classifica dei costruttor­i di grandi barche, con 353 yacht in cantiere, contro i 75 della Turchia, al secondo posto, e i 65 dei Paesi Bassi, al terzo».

In sostanza, rimarca il vicepresid­ente della Fondazione Edison, «l’Italia, da sola, ha in portafogli­o più yacht di quanti ne abbiano Turchia, Paesi Bassi, Taiwan, United Kingdom e Usa tutti insieme».

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