Stallo informatico in Cassazione, riprende il civile
Disagi per avvocati e utenti dopo il blocco del server della Suprema corte
«Sono venuto da Siracusa per avere notizie di otto sentenze penali, ma riparto a mani vuote perché il sistema è bloccato». L’avvocato Luigi Furnò ha la “sfortuna” di essere un penalista perché ieri, dopo una settimana di black out, il servizio informatico della Corte di cassazione, fermo dal 13 settembre, è “ripartito”, ma solo per il civile. Un po’ più fortunato, non solo perché non ha dovuto attraversare lo stretto, è stato l’avvocato Antonio de Paola del foro di Lagonegro. «Sono riuscito ad avere le notizie relative ad un procedimento civile, ma non ho potuto verificare se era stata depositata una sentenza penale, perché l’Ufficio relazioni con il pubblico, alle 12 e 15 di ieri, aveva ancora problemi per quanto riguarda il penale. Domani ho udienza altrove, non posso restare a Roma e certamente non posso chiamare, perché al telefono non vengono date informazioni e la Cassazione non ha “succursali”». Una sorte che De Paola ha condiviso con il collega Antonio Gnazzo, dello stesso foro, con il quale riparte alla volta della Basilicata. «Da quello che abbiamo capito, il corto circuito riguarda la trasmissione dati pre e post dibattimentale, mentre abbiamo avuto la possibilità di discutere un ricorso».
La Cassazione ha affidato a una nota sul suo sito, la notizia che da ieri, grazie agli interventi tecnici ancora in atto, è tornato in funzione il sistema informatico civile, annunciando dunque la ripresa dell’attività giudiziaria civile che si estenderà poi «a quella penale e infine alla pubblicazione delle sentenze civili e penali». La previsione è di «riacquisire progressivamente la piena funzionalità del sistema entro la fine della settimana».
Fino a ieri dunque, dopo sette giorni di blocco del server, non è stato possibile nonostante tutti gli sforzi e l’impegno «senza soluzione di continuità», tornare alla normalità, con il risultato che la pubblicazione delle sentenze era ancora ferma, e anche nelle udienze si procedeva con la verbalizzazione cartacea. Disagi che hanno riguardato oltre che gli stessi magistrati e il personale della Cassazione, che dovrà ora recuperare una gran mole di dati, anche oltre 800 fruitori della giustizia, tra avvocati assistenti di studio e parti in causa, che si sono recati in Cassazione senza portare a casa il risultato. Quando tutto sarà pronto per ripartire, il lavoro riprenderà con la pubblicazione delle sentenze civili e penali del 13 settembre che sono rimaste a metà.
Dovrà tornare in Cassazione anche il civilista Marco Mostarda, logisticamente avvantaggiato perché romano e con studio non lontano da Piazza Cavour. «Ero venuto tre giorni fa – racconta – ma mi hanno detto che il sistema era “impallato”. Sono tornato oggi per una copia esecutiva che la Cassazione rilascia solo quando i giudici di legittimità si esprimono nel merito: malgrado la gentilezza e la disponibilità del personale, non sono riuscito ad averla perché non si trovava. Mi hanno chiesto se potevo tornare». «A Dio piacendo», è stata la paziente e scaramantica risposta del legale romano.