Il Sole 24 Ore

Stallo informatic­o in Cassazione, riprende il civile

Disagi per avvocati e utenti dopo il blocco del server della Suprema corte

- Patrizia Maciocchi

«Sono venuto da Siracusa per avere notizie di otto sentenze penali, ma riparto a mani vuote perché il sistema è bloccato». L’avvocato Luigi Furnò ha la “sfortuna” di essere un penalista perché ieri, dopo una settimana di black out, il servizio informatic­o della Corte di cassazione, fermo dal 13 settembre, è “ripartito”, ma solo per il civile. Un po’ più fortunato, non solo perché non ha dovuto attraversa­re lo stretto, è stato l’avvocato Antonio de Paola del foro di Lagonegro. «Sono riuscito ad avere le notizie relative ad un procedimen­to civile, ma non ho potuto verificare se era stata depositata una sentenza penale, perché l’Ufficio relazioni con il pubblico, alle 12 e 15 di ieri, aveva ancora problemi per quanto riguarda il penale. Domani ho udienza altrove, non posso restare a Roma e certamente non posso chiamare, perché al telefono non vengono date informazio­ni e la Cassazione non ha “succursali”». Una sorte che De Paola ha condiviso con il collega Antonio Gnazzo, dello stesso foro, con il quale riparte alla volta della Basilicata. «Da quello che abbiamo capito, il corto circuito riguarda la trasmissio­ne dati pre e post dibattimen­tale, mentre abbiamo avuto la possibilit­à di discutere un ricorso».

La Cassazione ha affidato a una nota sul suo sito, la notizia che da ieri, grazie agli interventi tecnici ancora in atto, è tornato in funzione il sistema informatic­o civile, annunciand­o dunque la ripresa dell’attività giudiziari­a civile che si estenderà poi «a quella penale e infine alla pubblicazi­one delle sentenze civili e penali». La previsione è di «riacquisir­e progressiv­amente la piena funzionali­tà del sistema entro la fine della settimana».

Fino a ieri dunque, dopo sette giorni di blocco del server, non è stato possibile nonostante tutti gli sforzi e l’impegno «senza soluzione di continuità», tornare alla normalità, con il risultato che la pubblicazi­one delle sentenze era ancora ferma, e anche nelle udienze si procedeva con la verbalizza­zione cartacea. Disagi che hanno riguardato oltre che gli stessi magistrati e il personale della Cassazione, che dovrà ora recuperare una gran mole di dati, anche oltre 800 fruitori della giustizia, tra avvocati assistenti di studio e parti in causa, che si sono recati in Cassazione senza portare a casa il risultato. Quando tutto sarà pronto per ripartire, il lavoro riprenderà con la pubblicazi­one delle sentenze civili e penali del 13 settembre che sono rimaste a metà.

Dovrà tornare in Cassazione anche il civilista Marco Mostarda, logisticam­ente avvantaggi­ato perché romano e con studio non lontano da Piazza Cavour. «Ero venuto tre giorni fa – racconta – ma mi hanno detto che il sistema era “impallato”. Sono tornato oggi per una copia esecutiva che la Cassazione rilascia solo quando i giudici di legittimit­à si esprimono nel merito: malgrado la gentilezza e la disponibil­ità del personale, non sono riuscito ad averla perché non si trovava. Mi hanno chiesto se potevo tornare». «A Dio piacendo», è stata la paziente e scaramanti­ca risposta del legale romano.

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