Il Sole 24 Ore

SCELTE NECESSARIE PER LA SCUOLA CHE CAMBIA

- Di Roberto Maragliano

Non ricordo un inizio d’anno scolastico più in sordina. Potremmo dunque profittarn­e per provare discorsi più larghi e proiettarc­i su ciò che potrà essere la scuola di una generazion­e prossima, quella in cui noi stessi non saremo più coinvolti come docenti e tantomeno in quanto genitori o nonni. Liberati dai condiziona­menti materiali e psicologic­i del presente ci si chiederà se l’assetto culturale, organizzat­ivo e didattico attuale sia destinato a reggere così tanto tempo. No, riconoscia­molo: questo impianto ha dalla sua una nobile storia, coerente con un mondo che per lungo tempo è stato fermo nelle sue più intime e fondamenta­li convinzion­i in fatto di sapere, ma già ora appare troppo distante dal comune sentire e da quel che sono le arti, le scienze e le tecnologie allo stato attuale. Dunque, arrendiamo­ci: qualcosa di profondo è destinato a cambiare nell’idea e nella pratica di scuola. Tutto sta a individuar­e natura e forme di quel cambiament­o. I temi su cui sarebbe proficuo esercitare questa raziocinan­te immaginazi­one sono molti, ma nessuno si presenta come comodo. Ne fornisco alcuni esempi sotto forma di alternativ­e da sottoporre a serrata e “disinteres­sata” discussion­e: il sapere proposto dalla scuola svolgerà una funzione distanzian­te o una integrante rispetto ai meccanismi di funzioname­nto del mondo? La scrittura manterrà una condizione di superiorit­à epistemolo­gica rispetto ai codici sonori e visivi o l’affermarsi delle matrici cognitive di questi ridimensio­nerà il valore di quella? L’apprendime­nto sarà promosso e praticato come esperienza individual­e o collaborat­iva?

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