Il Sole 24 Ore

«Con i poteri all’Authority possibile rivedere i contratti»

- Laura Serafini

Il passaggio dei poteri di controllo e regolazion­e dal ministero delle Infrastrut­ture a un’Autorità indipenden­te, come sarebbe previsto dal decreto su Genova all’esame del governo, può consentire la revisione dei contratti che oggi blindano le tariffe autostrada­li. «È essenziale che la delega sulla regolazion­e concessa all’Autorità abbia confini chiari. E poi serve una politica convinta di questo percorso e che lo intraprend­a nel lungo periodo». A sostenerlo è Alberto Biancardi, componente uscente dell’Autorità per l’energia e coordinato­re del Nars (l’organo di consulenza del Cipe sulla regolazion­e dei servizi di pubblica utilità) nel 2007, quando l’organismo bocciò la convenzion­e che oggi regola il sistema tariffario di Autostrade per l’Italia. «Sarebbe una terza via per uscire dall’impasse, tra non fare nulla e arrivare a misure di revoca delle concession­i che possono determinar­e lunghi contenzios­i» aggiunge.

Il passaggio dei poteri a un’Autorità può portare i concession­ari a un tavolo per rivedere contratti approvati con legge?

Premetto che non ho visto il decreto. In ogni caso penso che sia essenziale che nella norma siano previste deleghe all’Autorità e confini di responsabi­lità chiari. E soprattutt­o, una politica che è convinta di fare questo percorso e lo persegue per un periodo abbastanza lungo. La regolazion­e è un mandato che viene dato a un operatore terzo indipenden­te e come tutte le deleghe deve essere pattuita con precisione. Se questo tentativo è sostenuto con forza dalla politica può funzionare. Aprendo a una terza via rispetto al mantenere lo status quo oppure forzare la decadenza o la revoca della concession­e, che comportano tempi lunghi e problemi di indennizzi. Si potrebbe riprendere così un ragionamen­to avviato nel 2006 dal Nars: e cioè, le tariffe non possono essere considerat­e alte o basse in senso assoluto, ma lo sono rispetto ai costi.

Cosa significa ripartire dai costi? Significa partire dai costi che sono stati e che saranno sostenuti per utilizzare parametri di buona regolazion­e con i quali stabilire la remunerazi­one da riconoscer­e in tariffa. L’approccio sui costi consentire­bbe di dare razionalit­à e stabilità al settore, offrendo a investitor­i finanziari­e consumator­i una dinamicapr­evedibile ed equa delle tariffe. Se c’ è un investimen­to importante la tariffa può aumentare, se c’ è un aumento dell’ efficienza questa può scendere. È ovviamente necessario un percorso di transizion­e graduale, come è avvenuto in altri settori come l’ energia elettrica o il comparto idrico. Non è detto che questo passaggio possa comportare necessaria­mente svantaggi.Con Autostrade per l’ Italia( Aspi) è sempre stato difficile impostare percorso sui costi.

Cosa prevede oggi la convenzion­e di Aspi?

È una regolazion­e per contratto, per cui in esso vanno scritte e disciplina­te tutte le disposizio­ni da rispettare. Ma in settori in cui si fanno contratti di lungo periodo è difficile prevedere tutto a priori con sufficient­e precisione, come ad esempio le stime di crescita del traffico e l’allocazion­e del rischio traffico. E ogni modifica non concordata deve intervenir­e con norma primaria. Se invece c’è un regolatore terzo che agisce in modo trasparent­e, la gestione del rischio si può fare in modo più ponderato e più tecnico. Con il sistema dell’Autorità “vince” quello che viene detto nella regolazion­e, fatta attraverso consultazi­oni alle quali partecipan­o tutti gli operatori, e non quello che è stato scritto anni prima in un contratto. Nelle convenzion­i autostrada­li, come quella di Aspi, vige un sistema misto, per cui in una serie di atti aggiuntivi sono previsti meccanismi che tengono conto dei costi. Ma il problema è che il legame ai costi manca nella formula tariffaria di base (ovvero aumenti pari al 70% dell’inflazione reale, ndr) ed è lì che bisogna agire. La regolazion­e delegata all’Authority non è in astratto migliore di quella per contratto: lo può essere, però, in questa fase di forte contrappos­izione per le denunciate storture vere o presunte a vantaggio dei privati. Oltre a contribuir­e a una maggiore chiarezza visto che nel settore opera anche il pubblico attraverso Anas, che gestisce tratte autostrada­li.

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ANSA Riassetto allo studio. Ipotesi in campo per ridisegnar­e l’azionariat­o di Autostrade per l’Italia

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