«Con i poteri all’Authority possibile rivedere i contratti»
Il passaggio dei poteri di controllo e regolazione dal ministero delle Infrastrutture a un’Autorità indipendente, come sarebbe previsto dal decreto su Genova all’esame del governo, può consentire la revisione dei contratti che oggi blindano le tariffe autostradali. «È essenziale che la delega sulla regolazione concessa all’Autorità abbia confini chiari. E poi serve una politica convinta di questo percorso e che lo intraprenda nel lungo periodo». A sostenerlo è Alberto Biancardi, componente uscente dell’Autorità per l’energia e coordinatore del Nars (l’organo di consulenza del Cipe sulla regolazione dei servizi di pubblica utilità) nel 2007, quando l’organismo bocciò la convenzione che oggi regola il sistema tariffario di Autostrade per l’Italia. «Sarebbe una terza via per uscire dall’impasse, tra non fare nulla e arrivare a misure di revoca delle concessioni che possono determinare lunghi contenziosi» aggiunge.
Il passaggio dei poteri a un’Autorità può portare i concessionari a un tavolo per rivedere contratti approvati con legge?
Premetto che non ho visto il decreto. In ogni caso penso che sia essenziale che nella norma siano previste deleghe all’Autorità e confini di responsabilità chiari. E soprattutto, una politica che è convinta di fare questo percorso e lo persegue per un periodo abbastanza lungo. La regolazione è un mandato che viene dato a un operatore terzo indipendente e come tutte le deleghe deve essere pattuita con precisione. Se questo tentativo è sostenuto con forza dalla politica può funzionare. Aprendo a una terza via rispetto al mantenere lo status quo oppure forzare la decadenza o la revoca della concessione, che comportano tempi lunghi e problemi di indennizzi. Si potrebbe riprendere così un ragionamento avviato nel 2006 dal Nars: e cioè, le tariffe non possono essere considerate alte o basse in senso assoluto, ma lo sono rispetto ai costi.
Cosa significa ripartire dai costi? Significa partire dai costi che sono stati e che saranno sostenuti per utilizzare parametri di buona regolazione con i quali stabilire la remunerazione da riconoscere in tariffa. L’approccio sui costi consentirebbe di dare razionalità e stabilità al settore, offrendo a investitori finanziarie consumatori una dinamicaprevedibile ed equa delle tariffe. Se c’ è un investimento importante la tariffa può aumentare, se c’ è un aumento dell’ efficienza questa può scendere. È ovviamente necessario un percorso di transizione graduale, come è avvenuto in altri settori come l’ energia elettrica o il comparto idrico. Non è detto che questo passaggio possa comportare necessariamente svantaggi.Con Autostrade per l’ Italia( Aspi) è sempre stato difficile impostare percorso sui costi.
Cosa prevede oggi la convenzione di Aspi?
È una regolazione per contratto, per cui in esso vanno scritte e disciplinate tutte le disposizioni da rispettare. Ma in settori in cui si fanno contratti di lungo periodo è difficile prevedere tutto a priori con sufficiente precisione, come ad esempio le stime di crescita del traffico e l’allocazione del rischio traffico. E ogni modifica non concordata deve intervenire con norma primaria. Se invece c’è un regolatore terzo che agisce in modo trasparente, la gestione del rischio si può fare in modo più ponderato e più tecnico. Con il sistema dell’Autorità “vince” quello che viene detto nella regolazione, fatta attraverso consultazioni alle quali partecipano tutti gli operatori, e non quello che è stato scritto anni prima in un contratto. Nelle convenzioni autostradali, come quella di Aspi, vige un sistema misto, per cui in una serie di atti aggiuntivi sono previsti meccanismi che tengono conto dei costi. Ma il problema è che il legame ai costi manca nella formula tariffaria di base (ovvero aumenti pari al 70% dell’inflazione reale, ndr) ed è lì che bisogna agire. La regolazione delegata all’Authority non è in astratto migliore di quella per contratto: lo può essere, però, in questa fase di forte contrapposizione per le denunciate storture vere o presunte a vantaggio dei privati. Oltre a contribuire a una maggiore chiarezza visto che nel settore opera anche il pubblico attraverso Anas, che gestisce tratte autostradali.