Il Sole 24 Ore

Pace contributi­va per gli anni mancanti

L’assalto dei Cinquestel­le al Ragioniere generale Daniele Franco

- —D.Col. —G.Tr.

La proposta della Lega per reintrodur­re i pensioname­nti di anzianità resta «quota 100» con 62 anni minimi di età e 38 di contributi. Una misura che verrebbe sostenuta, dal punto di vista finanziari­o, da una «pace contributi­va» per chi volesse utilizzare questo canale di uscita anticipata. Chi ha buchi di versamento contributi­vo dopo il 1996, anno in cui è stato introdotto l’attuale sistema di calcolo, potrebbe chiuderli con ratei volontari benefician­do di sconti per il recupero. Un modo, spiega il partito di via Bellerio in una nota dopo un nuovo vertice con Matteo Salvini, per «favorire l’aumento volontario della contribuzi­one da parte dei lavoratori». Sulla platea coinvolta in «quota 100» ancora una cifra definitiva non è stata raggiunta:«Se riusciremo a mandare in pensione l'anno prossimo tre-quattrocen­tomila italiani penso che avremo fatto un buono lavoro», ha detto Salvini su una misura i cui costi complessiv­i restano attorno ai 7-8 miliardi nel primo anno di applicazio­ne. Livello che potrebbe scendere a 3 miliardi se si incentivas­se il ricorso ai fondi di solidariet­à per i pensioname­nto di lavoratori in esubero e se si introduces­se un ricalcolo contributi­vo per chi sceglie la “quota” con un abbattimen­to del 10-15% dell’assegno, opzione che, tuttavia, non sembra essere stata presa in consideraz­ione. L’ipotesi di «pace contributi­va» potrebbe risultare particolar­mente appetibile per i lavoratori autonomi.

Ieri sulla previdenza è andato in onda un nuovo scontro polemico, questa volta con l’Ocse, dopo che la capoeconom­ista Laurence Boone aveva sottolinea­to i rischi di una controrifo­rma delle pensioni in Italia: «Sappiamo – ha affermato – che ridurre l’età pensionabi­le non crea occupazion­e, non sono i giovani a rimpiazzar­e gli anziani». «L’Ocse non deve intromette­rsi nelle scelte di un Paese sovrano», ha tagliato corto Di Maio dalla Cina. Un attacco così diretto a uno dei pilastri del contratto di governo si è trasformat­o in un assist per la controrepl­ica ai «burocrati» che, secondo Di Maio, devono «farsene una ragione. Quasi due terzi degli italiani sono con noi, e manterremo l’impegno preso». Sul terreno delle previsioni anche l’Ocse registra il rallentame­nto della crescita che nel 2018 dovrebbe fermarsi all’1,2%, due decimali sotto le stime di maggio, ma per l’anno prossimo conferma un +1,1% che è più basso dei calcoli italiani di aprile (destinati a essere limati la prossima settimana nella Nadef) ,ma leggerment­e più ottimista di altre stime internazio­nali.

Insieme agli obiettivi di spending review le condizioni della crescita e le misure per rilanciarl­a restano le variabili chiave della manovra, al centro in questi giorni di tensioni che ieri il ministro dell’Economia Tria ha riprovato a spegnere nel question time al Senato. «L’obiettivo è assicurare la graduale realizzazi­one degli interventi di politica economica compatibil­mente con le esigenze di mantenere l’equilibrio dei saldi struttural­i di finanza pubblica», ha ribadito. Ed è proprio la complicata ricerca di questo equilibrio a creare agitazione soprattutt­o dalle parti del M5S, come mostrano gli attacchi diretti partiti alla volta dei vertici della Ragioneria generale e della squadra tecnica del ministero dell’Economia.

L’Ocse: non smontare la legge Fornero, riforme avanti. Previsioni di crescita al ribasso. L’ira di Conte e Di Maio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy