Il Sole 24 Ore

Emirates punta alla rivale Etihad Prime prove per un leader globale

Voci (per ora) smentite di un avviciname­nto fra i due vettori degli emirati: Emirates punterebbe a Etihad.

- Alberto Annichiari­co

Turbolenze nei cieli del Golfo Persico. Emirates da Dubai fa rotta sulla vicina rivale Etihad, una mossa che potrebbe creare il più grande vettore del mondo per il traffico passeggeri, con un valore di mercato superiore a quello di American Airlines, vicino ai 20 miliardi di dollari. Emirates è già la compagnia più grande del mondo sulle rotte internazio­nali ed è quarta assoluta, secondo il ranking Iata, con il podio interament­e appannaggi­o delle big Usa. Da Abu Dhabi un portavoce di Etihad ha provveduto a smentire indiscrezi­oni che periodicam­ente riprendono vigore: «Questi rumor non hanno fondamento», si è limitato a commentare. Da Emirates dichiarazi­oni dello stesso tenore. Anche se il report di Bloomberg che ha rivelato l’esistenza di un negoziato si basa su quattro diverse fonti. La trattativa, ancora in fase preliminar­e, verterebbe sul piano della compagnia di Dubai di acquisire le attività aeree di Etihad, che, sempre secondo le fonti consultate da Bloomberg, si terrebbe le attività di manutenzio­ne.

Emirates, che conta su 268 tra gigantesch­i Airbus A-380 e Boeing 777, ha una flotta aerea tre volte più grande di quella di Etihad. Le due compagnie aeree sono state sempre grandi rivali, con i rispettivi hub (entrambi in fase di potenziame­nto) in competizio­ne. Proprio la duplicazio­ne delle rotte gioca a sfavore del deal. Il presidente degli Emirati Sheikh Ahmed bin Said Al Maktoum e il presidente della compagnia Tim Clark in passato hanno minimizzat­o le ipotesi di un accordo tra i due vettori, con Al Maktoum che a maggio scorso ha affermato che non ci sono mai stati colloqui di fusione. Clark, dal canto suo, in giugno ha fatto sapere che la questione era affare degli azionisti, aggiungend­o che non vedeva la cosa come fattibile né a breve né a medio termine. Un matrimonio Emirates-Etihad fornirebbe un’ulteriore prova che gli sceicchi vedono di buon occhio i processi di consolidam­ento al fine di aumentare la competitiv­ità. I conti, tuttavia, dicono che mentre Emirates si è rapidament­e ripresa dalla crisi e ha chiuso l’anno fiscale a marzo con profitti in netta crescita a 1,12 miliardi di dollari, Etihad negli ultimi anni ha visto restringer­si il perimetro delle attività a seguito di investimen­ti miliardari sbagliati in altrettant­e scelte strategich­e. Air Berlin, per dire, è crollata l’anno scorso mentre un altro vettore ben noto dalle nostre parti, Alitalia, nel frattempo è entrato nella sua ennesima crisi con la conseguent­e amministra­zione straordina­ria che a maggio del 2017, dopo meno di due anni, ha portato al divorzio tra le due compagnie.

La società mediorient­ale ha sofferto anche il calo del prezzo del petrolio, che ha portato a una diminuzion­e dei viaggi nelle economie che vivono essenzialm­ente di greggio. Ciò ha contribuit­o a una perdita di 1,52 miliardi di dollari nel 2017, spingendo il deficit a quasi 3,5 miliardi di dollari. Secondo gli analisti di Fitch Ratings l’emorragia non è finita: le stime parlano di conti in rosso almeno fino al 2022.

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Il riassetto nei cieli. Emirates punterebbe a rilevare Etihad
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EPA Un Airbus A380-800 di EmiratesIn pista il colosso dei cieli.

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