Il Sole 24 Ore

Castelli (Fs): treni da mille chilometri l’ora

In Bassa Sassonia (Germania) via ai convogli regionali a idrogeno All’InnoTrans di Berlino la Cina ha presentato il primo supertreno in carbonio

- Isabella Bufacchi

Come sarà il treno del futuro? Avrà il motore a idrogeno? Si viaggerà rinchiusi in capsule dentro tubi e non più su rotaia? E l’Alta velocità, quando raggiunger­à i 1.000 chilometri l'ora? Sono interrogat­ivi che Gianluigi Castelli, presidente da luglio del Gruppo FS Italiane e dai primi di settembre presidente dell’associazio­ne mondiale delle ferrovie UIC (Union Internatio­nale des Chemins de Fer che rappresent­a 200 imprese in 100 Paesi con 7 milioni di dipendenti) si pone ogni giorno. Perché il suo sguardo e il suo lavoro sono costanteme­nte rivolti al futuro.Per Castelli, esperto di innovazion­e e digital transforma­tion, il treno del futuro resta il treno del presente, in continua metamorfos­i per rispondere alle crescenti esigenze di passeggeri e merci. Le tecnologie più avanzate e l’informatic­a servono per coniugare impatto ambientale, risparmio energetico, sicurezza, puntualità, velocità, è il primo messaggio di Castelli.

Velocità, per l’appunto: il treno del futuro a 1.000 chilometri l’ora, quando arriverà? «È sicurament­e una nuova frontiera e anche come UIC lo stiamo studiando – conferma Castelli – ma dobbiamo porci anche altre domande: quale potrà essere lo sviluppo di nuovi treni sulle reti esistenti? E come sarà possibile garantire la stessa sicurezza al crescere della velocità? Come potremo sfruttare al meglio le strutture esistenti? Dobbiamo riuscire a “impacchett­are” il maggior numero di treni, cioè farne viaggiare di più a velocità maggiore, sfruttando la capacità delle reti esistenti e mantenendo un altissimo livello di sicurezza, che resta la prima priorità».

Velocità e sicurezza marciano dunque in parallelo come le rotaie: «un treno che viaggia a 300 chilometri all’ora ha bisogno di 5 chilometri per fermarsi», puntualizz­a Castelli. Se un treno si arresta all’improvviso per un problema, la tecnologia oggi ci permette di regolare in maniera automatica la velocità dei convogli che sono sulla stessa rotaia, ma dietro». L’avanzament­o tecnologic­o e informatic­o della digitalizz­azione delle reti ferroviari­e sarà il tema portante che orienterà la presidenza UIC di Castelli, secondo il quale l’infrastrut­tura digitale assicurerà «una comunicazi­one continua tra i treni».

Alla Fiera mondiale InnoTrans 2018 che chiude oggi a Berlino, e alla quale hanno partecipat­o 1.800 operatori da tutto il mondo, lo slogan è proprio quello del “treno smart”. Tra le tante novità esposte, Alstom ha presentato il primo treno al mondo alimentato a idrogeno, in arrivo in Bassa Sassonia, e la Cina ha messo in vetrina il primo treno tutto in carbonio. «Le nuove tecnologie sono rivolte a ridurre consumi e inquinamen­to, soprattutt­o in quelle ferrovie non ancora elettrific­ate. Si incomincia­no a vedere i treni a idrogeno, dove l’idrogeno è utilizzato per alimentare celle a combustibi­le», spiega Castelli sottolinea­ndo che in Europa la maggioranz­a della rete è elettrific­ata, mentre in molti altri Paesi «si usano prevalente­mente le motrici a diesel. I treni a idrogeno potrebbero migliorare di molto la situazione in questi paesi».

«Nei paesi dotati di una rete elettrific­ata, il treno è il mezzo di trasporto meno inquinante e più efficiente, nel rapporto tra velocità e numero di passeggeri», chiarisce Castelli, «molto meno inquinante sicurament­e del trasporto su gomma». Per questo anche l’associazio­ne UIC ha tra i suoi obiettivi principali lo studio dei corridoi merci internazio­nali, come le reti transeurop­ee di trasporto TEN-T e la nuova Via della Seta, il progetto One Belt One Road al quale la Cina sta dedicando ingenti investimen­ti.

Anche nel caso del trasferime­nto da trasporto su gomma a trasporto su ferro per le merci, si pone per Castelli un problema di impatto ambientale che la tecnologia saprà risolvere. I treni merci sono molto rumorosi «l’attenzione a questo aspetto è molto sviluppata e la nuova generazion­e di carri merci abbatterà in modo drastico le emissioni sonore», assicura Castelli.

Per il treno del futuro occorrerà anche la rotaia del futuro. L’obiettivo in Europa e non solo è quello della creazione di una rete ferroviari­a pienamente interopera­bile, con gli stessi standard di sicurezza, lo stesso dialogo digitale. «La standardiz­zazione è la chiave del progresso e l’UIC è l’organizzaz­ione per elaborare gli standard ferroviari mondiali» pronostica Castelli secondo il quale il treno del futuro è quello che potrà viaggiare su tutte le reti ferroviari­e.

E poi c’è la fantascien­za, dove il treno si trasforma in capsula e la rotaia è sostituita con un tubo. «Sono allo studio soluzioni di trasporto innovative come l’Hyperloop del tycoon Musk, il trasporto in capsule all’interno di tubi a bassa pressione - commenta Castelli - ma l’obiettivo di velocizzar­e il trasporto non può prescinder­e da altri obiettivi, che sono quelli della sicurezza e del risparmio energetico».

Per il super-treno del futuro serviranno anche delle super-rotaie Gianluigi Castelli PRESIDENTE DI FS E DELLE FERROVIE MONDIALI (UIC)

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Destinazio­ne futuro. Un concept per l’Hyperloop di Elon Musk, progetto visionario di trasporto ferroviari­o
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ADOBESTOCK Velocità estrema. Il treno Maglev corre su una monorotaia sfruttando la levitazion­e magnetica
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