Il Sole 24 Ore

Ponte, Fincantier­i non ha la qualifica per ricostruir­lo

Il coordiname­nto andrà a Palazzo Chigi insieme al Mef e alle Infrastrut­ture Il gruppo triestino non ha l’attestazio­ne per realizzare questo tipo di opere

- Alessandro Arona Mauro Salerno

Né Fincantier­i né Italferr, le due società pubbliche cui il Governo vorrebbe far ricostruir­e il ponte di Genova, hanno le capacità tecniche per realizzare un’infrastrut­tura di questo tipo. Non hanno cioè le “Attestazio­ni Soa”, strumento previsto da nostro codice appalti per certificar­e la capacità di realizzare opere pubbliche.

Nell’ultima versione del decreto legge Genova - che non è ancora pronto per la «Gazzetta» - compare una nuova «Cabina di regia», coordinata da Palazzo Chigi, con il compito di «verificare lo stato di attuazione di piani e programmi di investimen­to infrastrut­turale», e in seconda battuta di «predisporr­e piani ordinari e straordina­ri di interventi connessi a fattori di rischio per il territorio, quali dissesto idrogeolog­ico, vulnerabil­ità sismica degli edifici pubblici», siti da bonificare.

La Cabina di regia sarà presieduta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte o dal sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti, vedrà la partecipaz­ione dei ministri dell’Economia e delle Infrastrut­ture e avrà il supporto del Dipe (presidenza del Consiglio). Sul tappeto restano però ancora i nodi della copertura finanziari­a e delle modalità giuridiche per la ricostruzi­one del ponte. Il decreto impone ad Autostrade per l’Italia di pagare tutte le spese di demolizion­e e ricostruzi­one entro 30 giorni dalle richieste del commissari­o. Se non lo fa il commissari­o si farà anticipare i soldi dalle banche. Per il ministero dell’Economia questo significa debito pubblico, e in qualche modo deve trovare un’ adegata copertura, o nel decreto legge o nel successivo Dpcm a firma di Conte.

L’altro nodo ancora aperto è quello dell'affidament­o di progettazi­one e lavori. A decidere sarà il commissari­o, ma come ha rivelato ieri «Edilizia e Territorio» (Sole 24 Ore) sarà difficile l’affidament­o diretto a Fincantier­i come capocordat­a. Sempliceme­nte perché Fincantier­i non ha i requisiti di qualificaz­ione per realizzare ponti. Né la capogruppo né la controllat­a Fincantier­i Infrastruc­ture hanno cioè l’attestazio­ne Soa, la "patente" prevista dal Codice appalti per certificar­e la capacità di realizzare opere pubbliche (nelle diverse tipologie e importi). Fincantier­i Infrastruc­ture è specializz­ata in «carpenteri­a metallica», cioè produce e installa grandi strutture metalliche per capannoni e ponti (categoria OS18-A), ma non realizza infrastrut­ture e ponti come capogruppo, non ha cioè la categoria Og3 per realizzare "chiavi in mano" strade, ferrovie, ponti e viadotti.

Fincantier­i dunque, a meno di arditi escamotage, non potrà guidare la ricostruzi­one, ma al massimo partecipar­e a un raggruppam­ento. Questo non significa però che dovrà necessaria­mente essere associata a Pavimental, la società di costruzion­e di Autostrade per l’Italia. In Italia sono 843 i costruttor­i in possesso della qualifica per costruire ponti di quelle dimensioni (categoria Og3 per importi illimitati). Tra i nomi più noti Cimolai (che produce anche le componenti in acciaio), Salini Impregilo, Astaldi.

Ma il commissari­o potrà davvero fare un affidament­o diretto? Molti osservator­i ritengono che non si possa derogare al principio Ue circa l’invito di almeno cinque imprese. C’è invece chi ritiene che, vista l’emergenza, questo sia possibile, purché la scelta sia ben motivata e inattaccab­ile, sia rispetto alla qualità delle imprese sia rispetto alla capacità di fare presto.

E Autostrade per l’Italia? Non accetterà, pena ricorsi, che il commissari­o gli sottragga il ruolo di concession­ario e dunque stazione appaltante che affida progetti e lavori. Potrebbe però accettare che a decidere tutto, tramite ordinanze, sia di fatto il commissari­o. E potrebbe alla fine anche accettare che Pavimental resti fuori dai lavori.

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