Il Sole 24 Ore

La cannabis arriva sui listini europei

Ieri a Copenhagen è stata annunciata la Ipo di StenoCare, la prima del Vecchio Continente. In un anno il settore è in rialzo del 296% Le prime 50 società a livello globale valgono in Borsa 65 miliardi di dollari con soli 2,4 miliardi di ricavi complessiv

- Andrea Franceschi

Business del futuro o bolla speculativ­a? Questa è la domanda che tanti investitor­i si fanno a fronte delle performanc­e da record messe a segno dalle aziende che operano nel settore della cannabis legale. Negli ultimi 12 mesi i 50 maggiori titoli del comparto, quotati sulle piazze di Canada e Stati Uniti, hanno messo a segno uno spettacola­re rialzo del 296% in Borsa. Una fiammata che ha portato la loro capitalizz­azione oltre i 65 miliardi di dollari. Numeri notevoli consideran­do che, messe insieme, queste aziende fatturano appena 2,4 miliardi di dollari. Il mercato per ora ignora i campanelli di allarme dei multipli di Borsa e continua a scommetter­ci. Anche sulla scorta di notizie, come quella uscita nei giorni scorsi dell’intesa tra Coca Cola e la canadese Aurora per studiare una bevanda a base di Cbd (il principio attivo non psicoattiv­o della pianta), che avvalorano la tesi della svolta “mainstream” della foglia a cinque punte. Ora anche l’Europa di prepara a farsi contagiare dalla febbre delle “cannastock­s” con il debutto in Borsa di StenoCare, una piccola azienda danese che quest’anno ha ottenuto il permesso dal ministero della sanità locale per coltivare o importare cannabis per produrre olio di Cbd da distribuir­e nelle farmacie. È un’operazione di piccola entità che tuttavia potrebbe essere indicativa della sensibilit­à del mercato europeo.

La crescente evidenza scientific­a dell’efficacia dei principi attivi della pianta nella cura delle più varie patologie ha spinto in questi anni i governi di molti Paesi a rimuovere i divieti che per anni ne hanno ostacolato l’impiego terapeutic­o. Ciò ha creato il terreno per lo sviluppo dell’industria anche perché, di pari passo, c’è stato un allentamen­to della legislazio­ne per quanto riguarda l’uso «ricreativo» della pianta. Negli Usa nove stati e il distretto di Washington hanno legalizzat­o e dal prossimo mese il Canada si prepara a fare altrettant­o. Notizia, quest’ultima, che ha contribuit­o molto al recente rally delle «cannastock­s» in Borsa.

L’Europa non è rimasta immune dal fenomeno. «Negli ultimi sei mesi l’industria è cresciuta più che negli ultimi cinque anni» si legge nell’ultimo rapporto di Prohibitio­n Partners in cui si stima che una regolament­azione del settore potrebbe generare entro i prossimi 10 anni un mercato da 115 miliardi di euro. L’Italia è stata tra gli apripista sul fronte della cannabis terapeutic­a ma ci sono ancora molti freni allo sviluppo del mercato. Da una parte la legislazio­ne varia molto da regione a regione. Dall’altra non si riesce a far fronte alla crescente domanda nè con la produzione in regime di monopolio dello stabilimen­to chimico farmaceuti­co militare di Firenze nè con le importazio­ni dall’Olanda. «Il rischio di questa situazione - spiega Pietro Paolo Crocetta, presidente di Crystal Hemp, azienda che si occupa di estrazione di principi attivi derivati dalla Cannabis - è che i pazienti si rivolgano ai tanti siti che vendono prodotti non certificat­i e di dubbia sicurezza».

á@franceschi_and

La prima Ipo. Il debutto in Borsa del gruppo Tilray lo scorso luglio al Nasdaq

 ?? BLOOMBERG ?? Uso terapeutic­o. Scatole di marijuana in esposizion­e all’Internatio­nal Cannabis Expo di Atene nel gennaio scorso
BLOOMBERG Uso terapeutic­o. Scatole di marijuana in esposizion­e all’Internatio­nal Cannabis Expo di Atene nel gennaio scorso
 ??  ??
 ?? AP ??
AP

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy