Il Sole 24 Ore

Nasce un polo da 200 milioni con Mandarin

Con l’operazione la holding controllat­a Italcer raddoppia le dimensioni Tra gli obiettivi a medio termine c’è l’entrata in Borsa entro il 2020

- Ilaria Vesentini

Il fondo di private equity Mandarin Capital Partners, attraverso la holding Italcer e affiancato da alcuni soci finanziari, fa suo il 100% di Rondine Group, storico marchio ceramico di Rubiera, nel versante reggiano del distretto di Sassuolo, e sale nella top ten della ceramica italiana, con 200 milioni di euro di fatturato e 15 milioni di metri quadrati di piastrelle come capacità produttiva. Rondine ha chiuso il 2017 con 108 milioni di euro di fatturato e 14,5 milioni di utile.

Mancano le firme, ma la trattativa del fondo di private equity Mandarin Capital Partners per rilevare, attraverso la holding Italcer, il 100% di Rondine Group, sembra alle battute finali. Attraverso lo storico marchio ceramico di Rubiera, nel versante reggiano del distretto di Sassuolo, Italcer salirà nella top ten dei player della ceramica italiana, con oltre 200 milioni di euro di fatturato, 25 milioni di Ebitda, oltre 600 dipendenti e 15 milioni di metri quadrati di piastrelle come capacità produttiva.

L’operazione, infatti, permette in un colpo solo a Italcer di raddoppiar­e le dimensioni e di fare forma al disegno che ha portato al suo debutto, appena 16 mesi fa: creare un polo del lusso nel settore della ceramica 100% made in Italy da quotare in Borsa entro il 2020. In un comparto, quello ceramico nazionale concentrat­o per l’80% sulla via Emilia – 422 milioni di mq di piastrelle prodotte nel 2017 – molto dinamico in termini di qualità e innovazion­e, ma assai statico in termini di assetti proprietar­i e finanziari, salvo poche eccezioni: Marazzi rilevato dal colosso mondiale Mohawk e recentemen­te l’entrata dei fondi QuattroR in Ceramiche Ricchetti e di Capital for Progress 2 in ABK, Spac per arrivare al listino milanese.

Rondine Group ha chiuso il 2017 con 108 milioni di euro di fatturato e 14,5 milioni di utile, con un team di 291 dipendenti tra le tre fabbriche di Rubiera, specializz­ata in gres porcellana­to; quella di Vetto (sempre nel Reggiano) sede della Sadon acquisita nel 2010 e leader nei battiscopa; e quella di Sassuolo di Spray Dry, il più importante produttore di atomizzato del comprensor­io ceramico sassolese. Rondine è l’asso che si aggiunge al tris di carte già in mano a Italcer, creata nella primavera 2017 dal fondatore di Mandarin Capital Partners II, Alberto Forchielli, e da Graziano Verdi, ex presidente e ceo di Iris-Granitifia­ndre che ha fatto la storia del distretto sassolese portando per primo in Borsa la sua azienda.

«Erano anni che i fondi mi corteggiav­ano, in almeno una decina si sono fatti avanti, ma ho scelto Italcer perché credo sia oggi la migliore azienda del distretto e Verdi il miglior manager del settore», afferma Lauro Giacobazzi, dal 1997 alla guida di Rondine Group, allora in amministra­zione controllat­a, ma che da cinque anni è costretto a dividere proprietà e gestione al 50% con i turchi di Seramiksan, uno dei maggiori produttori di ceramica in Anatolia, subentrato nel 2013 al fondo di private equity Progressio Sgr. «Viviamo da allora una situazione di totale stallo aziendale e passo più tempo in tribunale che in azienda per le continue cause dei soci turchi, che non vogliono investire», spiega Giacobazzi. L’impossibil­ità di portare avanti i piani di investimen­ti non ha però impedito a Rondine Group di recuperare nel giro di cinque anni tutte le posizioni perse dopo l’annus horribilis 2009: da allora il fatturato è più che raddoppiat­o e due mesi di due diligence avviata con il fondo Mandarin hanno confermato correttezz­a e salute dell’azienda. «È oramai due anni che stiamo trattando con Italcer e più volte negli ultimi mesi sembravamo a un passo dalla

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy