Iva sempre ad alto rischio anche se qualcosa si muove
La Commissione Ue, nella sua funzione di vigilanza, presta particolare attenzione al gettito Iva, in quanto una parte dell’imposta riscossa da ogni Stato viene trasferita a Bruxelles come risorsa propria dell’Unione. In questa ottica va letto l’intervento per far condannare, a suo tempo, il nostro Paese per aver introdotto il condono Iva e quello, che si ripete ormai da alcuni anni, per stimare il Vat gap dei singoli Stati: misurare, cioè, quanta imposta manca all’appello rispetto al gettito teorico, calcolato a livello macroeconomico.
Il documento presentato in questi giorni ha proceduto al calcolo per il 2016 in rapporto al 2012: l’esercizio è particolarmente significativo per valutare l’utilità dei provvedimenti adottati nel frattempo. Il nostro Paese svetta per importo assoluto con i suoi 36 miliardi di Vat gap. In percentuale (25,90% del gettito teorico) è sopravanzato da Romania (35,88%) e Grecia (29,22%), ed è seguito a ruota dalla Slovacchia (25,68%). La media dei ventotto Stati europei è del 12,3%. L’Italia è considerata (relativamente) virtuosa per aver ridotto di tre punti la percentuale del gap rispetto al 2012. In particolare la stima del recupero per una migliore compliance dall’anno precedente viene valutata in 0,3 punti percentuali. Il rapporto ribadisce che il gap non è solo determinato dall’evasione, ma comprende l’effetto dell’insolvenza del debitore d’imposta o degli errori amministrativi piuttosto che dell’ottimizzazione fiscale legalizzata. E non trascura di ricordare la concomitanza di interessi nell’ultima fase verso il consumatore, dove entrambi i soggetti si avvantaggiano dalla mancata applicazione del tributo. È questo verosimilmente il nucleo principale della perdita di gettito, specie nel nostro Paese. Dai dati emerge una riflessione sull’uso del contante: la Svezia, nota per averlo ridotto al minimo, occupa una delle migliori posizioni con l’1,08% di gap. Ma dati analoghi si trovano in Paesi che non hanno questa modalità di pagamento generalizzato: Croazia e Lussemburgo. Una lettura superficiale vede nel Vat gap una miniera dove attingere per acquisire il gettito che occorre trovare per la legge di bilancio. Per quanto riguarda le ipotesi in circolazione, di estensione del regime forfetario (redditi) sino a 100mila euro, bisognerà vedere se la Ue accetterà questo aumento per il connesso regime di vera e propria esenzione Iva.