Il Sole 24 Ore

Dopo i Bitcoin la speculazio­ne ha scommesso sulla marijuana

Vola l’Etf sulla canapa, L’hedge fund Tribeca ha ottenuto guadagni record

- Vito Lops á@vitolops

È il momento delle società che hanno a che fare con il business legale della marijuana. I titoli del settore - così come fondi hedge specializz­ati come il Tribeca global natural resources che solo lo scorso anno ha guadagnato il 153%, migliore al mondo nella classifica stilata dalla società di consulenza Prequin - sono in rialzo da diversi mesi. Ma è da questa estate che è partita la vera accelerazi­one, talmente forte che in molti già riconoscon­o i germi di una bolla finanziari­a. La notizia “scatenante” è stata la decisione del Canada di legalizzar­e da giugno l’uso della marijuana a scopo ricreativo, seguendo la scelta analoga della California di gennaio (dove l’uso terapeutic­o è stato sdoganato nel 1996). A quel punto è subentrata la speculazio­ne e i multipli delle società del settore hanno iniziato a volare, complice l’ingresso di investitor­i rodati. Il fondo di private equity Privateer Holdings - che tra gli investitor­i annovera anche il magnate della Silicon Valley Peter Thiel - possiede il 76% di Tilray, la società canadese esempio del boom (e probabilme­nte della bolla) del settore. Quotatasi a luglio a 17 dollari, l’azienda mercoledì ne valeva oltre 300, per poi scendere ieri a 130 (a testimonia­nza anche dell’elevata volatilità).

Ad aprile 2017 è sbarcato sui mercati anche il primo Etf sulla marijuana, il “Medical Marijuana Life Sciences”. Da allora ha guadagnato il 124%, di cui una buona parte (+70%) è stata ottenuta nell’ultimo mese.

I fondi stanno quindi tessendo la tela dei capitali sull’industria della cannabis che potrebbe generare un giro d’affari annuo di 57 miliardi entro il 2027, ipotizzand­o che altri Paesi seguano l’esempio del Canada. Ma non bisogna dimenticar­e che talvolta tra le valutazion­i e la realtà c’è di mezzo l’irrazional­ità. Tanto per restare ancorati ai bilanci, nel 2018 la Tilray ha fatturato 42 milioni mentre in Borsa è arrivata a valere 20 miliardi. Questo percorso può evocare quanto accaduto nell’ultimo anno e mezzo sull’universo parallelo delle criptovalu­te. Dopo un’accelerazi­one devastante che ha portato il valore del Bitcoin e dei suoi “fratelli” fino a 835 miliardi di dollari, ora questo universo ne vale 220, praticamen­te un quarto.

Così come molti piccoli investitor­i che sono entrati nel momento sbagliati sulle cripto - tra Natale e gennaio - oggi stanno perdendo oltre il 60%, non è da escludere che ai valori attuali gli asset finanziari legati alla marjiuana possano riservare brutte sorprese. Ne è convinta anche la Sec, l’autorità che regola il mercato Usa, che ha lanciato l’allarme sulle quotazioni, che potrebbero risultare “drogate”, non escludendo inoltre il pericolo di «truffe per gli investitor­i» e di «manipolazi­one del mercato».

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